Di lasciare in pace la compagna, che per 13 anni di convivenza ha maltratto arrivando a tentare di strangolarla solo qualche settimana fa,  proprio non ha voluto saperne Jarno Canè. Un’ossessione di questo 39enne di Malo che nemmeno i domiciliari,  che il tribunale di Vicenza aveva imposto, hanno saputo placare. Ieri è finito dietro le sbarre di una cella del carcere berico.

Sono stati i Carabinieri della Stazione di Schio a prelevarlo ieri pomeriggio, dando esecuzione all’ordinanza di custodia in carcere. Canè era finito ai domiciliari ai primi di febbraio, quando la sua ex compagna aveva deciso di denunciarlo, per l’ennesima volta,  dopo che in un litigio lui era arrivato a metterle le mani al collo. Con la paura di morire, e col terrore che la violenza di lui si potesse scaricare anche sulle loro due figlie, la donna ha deciso di dire ‘basta’. Si è rivolta ai militari dell’Arma della Compagnia di Schio, chiedendo aiuto. Ad aggravare la posizione di Canè i referti del pronto soccorso, che attestavano le percosse che la donna aveva subito. Perché lei avrebbe detto  ‘no’ a lui che intendeva consumare un rapporto, anche con la forza.
Con le prove raccolte nel modo più veloce dai parte dei carabinieri, si arrivò al provvedimento del tribunale. Canè doveva starsene ai domiciliari, a Malo, in casa della madre.

Ma di starsene buono, e lontano da quella donna che lui considera ‘sua’ a prescindere dalla volontà di lei, Jarno Canè non ne ha voluto sapere. E’ evaso da quella casa di Malo, appena una settimana dopo l’esecuzione della misura cautelare, cercando anche di mettersi in contatto con l’ex compagna.
I Carabinieri della Stazione di Schio, a seguito di un’attività di indagine sviluppatasi tramite lo studio di tracciati gps, acquisizione di telecamere e dichiarazioni di testimoni, hanno verificato i suoi spostamenti. L’ultimo per Canè, ieri pomeriggio ed in compagnia dei militari dell’Arma, fino al carcere di Vicenza.

di Redazione AltovicentinOnline

Schio-Malo. Perseguita e tenta di uccidere la compagna. Finisce ai domiciliari

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia