Va bene che il fenomeno delle liti condominiali è molto diffuso in Italia, con il Veneto al quarto posto e 2 milioni di cause civili intentate in tutto lo Stivale, ma quanto accaduto a Schio in questi giorni fa rabbrividire. E’ la testimonianza che mancavano solo i social e che per utilizzarli sarebbe auspicabile un patentino.

Al centro di una vicenda che ha scatenato una querelle che ha coinvolto centinaia di utenti di facebook, un sacchetto di noci, messo nel terrazzino di un condominio, dove è stato fotografato e giudicato come atto incivile e indice di sporcizia da parte di chi è preso la briga di lanciarlo nella gogna social con tanto di faccina con escremento che lasciava intendere che la proprietaria fosse una sporcacciona.

“Al posto che metterei fiori altre famiglie preferiscono mettere l umido per settimane, che emane un odore nauseante sotto casa mia.VERGOGNA!”

Si aprono le ‘danze’ degli iscritti a ‘Schio sei tu’, con chi, senza trattenere il dito sulla tastiera, si unisce agli insulti della signora giudicando senza preoccuparsi prima di sapere quello che c’è all’interno del sacchetto incriminato. Ecco che poco dopo la malcapitata è costretta ad aprire il sacchetto giallo per mostrare al mondo virtuale che all’interno non ci sono rifiuti dall’odore nauseabondo bensì noci che le sono state regalate dal padre.

E per fortuna la signora, che promette denuncia e che ha dichiarato di essere disponibile a far visionare il contenuto alle autorità, aveva facebook e si è potuta difendere. Altrimenti se ne sarebbe andata in giro tranquilla ignara che mezza Schio potesse pensare di lei che fosse una sudiciona.

Ci si chiede: lasciare un sacchetto dell’immondizia sul balcone in pieno inverno è sinonimo di sporcizia? Quanti di noi l’avranno fatto perché non hanno un giardino, per fare le pulizie, o in attesa della giornata indicata dal Comune per gettare i rifiuti?

Ma qui il problema non è quello dei rifiuti, ma della morbosità, dell’invasione della privacy e di chi utilizza facebook per motivi futili. Molti utenti si sono chiesti: “Se quel sacchetto dava fastidio e ammesso che potesse emanare qualche cattivo odore, la signora non poteva suonare al campanello della vicina per chiederne la rimozione?”

Invece no, subito su facebook lo sfogatoio, senza un minimo di remora e di consapevolezza delle conseguenze.

Quello di Schio è solo l’ultimo dei fatti virtuali che popolano le bacheche di facebook.

A Thiene, qualche settimana fa, un gruppo di ragazzini in bici sono stati immortalati con il telefonino da una persona che camminava per la strada e che ha sbattuto le facce dei minorenni sui social definendoli “bulli”. Al di là dell’ingiuria, la donna ha rischiato una denuncia ignara che divulgare immagini di minori fosse un reato molto grave. Per fortuna per lei, qualcuno le ha fatto notare lo stupido errore e temendo una denuncia la donna ha rimosso subito il post. Nel frattempo gli ignari ragazzini e genitori erano stati messi al corrente di quanto accaduto e gli adulti si sono anche preoccupati delle conseguenze psicologiche sui bambini.

E ancora: vogliamo parlare della cliente di una nota pasticceria di Thiene che, per non aver ricevuto uno scontrino dell’importo pagato ha subito, con tanto di nome e cognome, accusato di evasione il commerciante che probabilmente aveva soltanto commesso un errore? Perchè non chiamare la Guardia di Finanza dinanzi al dubbio anziché rovinare la reputazione di chi, ogni giorno, fa fatica a tirare avanti la carretta, gettandolo nella gogna dei social network?

Simile sorte ha avuto come vittima un altro esercente thienese, accusato di aver “fregato” un cliente per aver venduto castagne al posto dei marroni. Apriti cielo. E’ bastato un post per scatenare i commenti di chi, a volte senza nemmeno sapere come sono andate realmente le cose, giudica e con parole che non riesce a trattenere rischia di condannare un’attività al fallimento per un’azione dietro la quale potrebbe nascondersi non l’intenzione di imbrogliare, ma un semplice errore umano.

Cari lettori, state attenti alle mutande che stendete e ai calzini di vostro marito. Quel buchetto ricucito potrebbe costarvi caro, qualcuno potrebbe fotografare il vostro intimo, magari non lavato bene dalla lavatrice, o il pigiama scolorito. L’occhio indiscreto di alcuni vicini potrebbe essere in agguato, pronto a svergognarvi spietatamente.

Facciamoci pure una risata, ma la riflessione sorge spontanea.

di Redazione Altovicentinonline

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