Riposerà per sempre nella tomba di famiglia dei Giuseppini Federico Genco Platino, anima sorridente del Patronato di Thiene. Si è spento improvvisamente, a soli 66 anni, il suo funerale sarà celebrato martedì 26 gennaio alle 15 nel Duomo di Thiene e ha lasciato un vuoto profondo nell’intera comunità, affezionata alla sua figura gentile, collaborativa, presente e colonna portante.

“Federico, Genco per gli amici cioè per quanti lo conoscevano, ci ha lasciati improvvisamente destando in tutti dolore e incredulità – ha commentato emozionato il capo scout Andrea Fabris a nome di tutti coloro che hanno amato e condiviso il oro tempo con Genco – La sua presenza amica e tanto preziosa risale a tempi immemorabili perché Il Patronato è stata la sua famiglia di elezione e la Comunità dei Padri lo ha sempre sentito come un fratello che ha espresso la sua bontà d’animo e la sua disponibilità in semplici servizi che punteggiavano la sua giornata quotidiana. Ne sono prova le espressioni di condoglianze che ci sono state espresse da tanti che lo credevano un fratello a tutti gli effetti. Per questo la Comunità ha disposto che riposi nella sua tomba di famiglia nel cimitero di Thiene. I giovani del Clan del Thiene 1 del Patronato hanno trovato le parole per esprimere la riconoscenza di tutti delineando i tratti della sua persona che resteranno nel cuore di quanti l’hanno conosciuto. Ci sono delle persone che silenziosamente entrano nella vita degli altri e soltanto quando ne escono se ne sente la mancanza. Così è stato con te, caro Federico: sei entrato in punta di piedi nella vita delle persone che frequentano il Patronato e ora che non ci sei più ci sentiamo un po’ più smarriti. Chi chiuderà i cancelli del Patro? Quando passano a prendere la spazzatura? Ho dimenticato le chiavi delle sedi, non è che qualcuno me le presti? Nessuno ha un cacciavite? Posso prendere il carretto? Queste sono tutte domande a cui tu sai rispondere, Federico, perché tu sei sempre un uomo della risposta, della risposta pratica. Ora forse capiamo che sotto sotto l’appellativo di “don Federico” te lo sei meritato, essendo un Giuseppino e diventando per noi l’esempio del motto “Fare e tacere” che il Murialdo ci ha trasmesso. Sei e sempre sarai un modello di servizio del prossimo, servizio vero e puro. Non hai mai chiesto nulla in cambio: il tuo vivere in Patro è stato un donarti. Forse quello che volevi solo sentirti dire da tutti è grazie”.

di Redazione Altovicentinonline

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