La storia di Elisabetta Rigoni e di sua figlia di 17 anni, colpita da meningite batterica acuta è una vicenda di buona sanità, di quelle che occorre fare sapere. Siamo infatti, talmente abituati a scriverne male di questa sanità pubblica, che sentiamo il bisogno anche noi giornalisti di nutrirci di storie belle. Elisabetta Rigoni è una donna thienese, che vuole ringraziare i medici che hanno salvato la vita a sua figlia e in questi giorni, colpita dalla tragedia di Valeria Fioravanti, ha scritto una lettera alla redazione di AltovicentinOnline.it.

“Buongiorno,  sono Elisabetta Rigoni madre di una ragazza di  17 anni colpita a novembre  2022 da meningite batterica acuta – esordisce nella email -.Desidero,  dopo aver letto la triste notizia della morte di meningite di  Valeria Fioravanti  dovuta anche alla malasanità , condividere invece un episodio di buona sanità perchè probabilmente dei medici scrupolosi e professionali hanno salvato la vita di mia figlia”.

Valeria Fioravanti è morta di meningite dopo un banale intervento a Roma il 10 gennaio. La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo . I suoi familiari accusano i medici e chiedono giustizia. Prima di morire aveva fatto il giro degli ospedali e nessuno aveva diagnosticato quella meningite, che l’ha poi uccisa senza pietà.

“Il 5 novembre 2022, ci siamo recati al Pronto Soccorso di Santorso con forte cefalea e mancanza di lucidità – racconta Elisabetta Rigoni – , mia figlia è stata presa in carico dal dottor Matteo Aritzu . Dopo vari approfondimenti e nonostante un sabato pomeriggio di disagi  dovuti al sistema informatico in tilt  che impediva la refertazione della tac, è stato molto concentrato e non si è fermato al primo parere. C’era anche sovraffollamento e carenza di ambulanze quel giorno, ma ha  voluto che mia figlia fosse visitata da un secondo neurologo, dopo una prima diagnosi negativa di un’altra collega per verificare che la sintomatologia  escludesse meningite.  Diagnosi che purtroppo è arrivata”.
Mamma Elisabetta continua nel suo racconto di quel sabato pomeriggio in cui il mondo le è crollato addosso. “Quel medico è stato di una professionalità che non scorderò mai : ha capito, assieme al suo collega, giovani entrambi,  la gravità  della situazione e vista l’assenza di un infettivologo a Santorso , ci ha inviati al San Bortolo a Vicenza, dove è stata confermata la diagnosi di meningite batterica acuta. Oggi mia figlia sta benissimo,  non ha avuto alcuna conseguenza ed è perfettamente guarita, grazie alle cure tempestive ricevute. – conclude mamma Elisabetta –  Voglio dire grazie quindi al dottor Matteo Aritzu, di guardia al pronto soccorso , al suo collega neurologo,  all’ospedale di Vicenza e a tutto il personale che si è preso cura di mia figlia”.
La lettera si conclude con un pensiero a chi non ha trovato gli stessi medici della figlia di Elisabetta. “Ho pensato molto a Valeria Fioravanti e alla sua famiglia con il nodo alla gola. Mia figlia era vaccinata per la meningite ma non per il ceppo che l’ha colpita. Consiglio ad ogni genitore di seguire scrupolosamente i consigli del pediatra, un vaccino può salvare la vita”.
N.B.
L’approfondimento e l’importanza della diagnosi rapida che salva la vita
 “La meningite batterica da meningococco o da pneumococco è una malattia rara ma che uccide oppure lascia reliquati neurologici importanti”, spiega alla Dire l’infettivologo Roberto Ieraci. Ma quali sono i sintomi? “Febbre elevata e cefalea nel caso dei bambini si vede subito che è una malattia importante e grave per alcune reazioni cutanee. Allora in questi casi non bisogna aspettare e bisogna portarli subito negli ospedali specializzati per i bambini. Ma quello che è importante – sottolinea l’esperto – è prevenire questa grave malattia con la vaccinazione”.
Proprio per la gravità delle conseguenze della meningite batterica “è importante vaccinarsi, soprattutto nelle fasce più giovani – rimarca Ieraci – Fare questi vaccini, che sono sicuri, efficaci e moderni è molto importante sia nei bambini piccoli, come è previsto dal Calendario vaccinale nazionale, sia negli adolescenti, perché i casi più frequenti avvengono nel primo anno di vita e poi c’è un picco proprio nell’adolescenza e nei giovani adulti, soprattutto in corrispondenza della frequentazione delle scuole. La possibilità di prevenire questa malattia molto grave c’è, allora perché non vaccinare i giovani? Questo è il nocciolo del problema. Poi tutto può succedere, ci sono anche casi rari in età più avanzata, più da pneumococco che da meningococco, ma è comunque importante vaccinarsi”.
“La meningite è una malattia così grave e a rapida insorgenza per cui molte volte può essere difficile fare una diagnosi. Può uccidere in poco tempo – ha proseguito Ieraci – infatti una delle problematiche è soprattutto quella di fare una diagnosi rapida e certa soprattutto nelle fasce pediatriche, perché dall’insorgenza dei sintomi al decorso grave della malattia ci può essere poco tempo”. La meningite batterica è anche responsabile della morte del grande chitarrista rock Jeff Beck.
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