Sempre più svegli, sempre più sfacciati. Ragazzini che si inventano strategie per impietosire i clienti di un supermercato e mettere insieme qualche euro, senza timidezza né imbarazzo. È successo al supermercato Tosano, dentro al Centro Commerciale Thiene, dove per due giorni consecutivi, due minorenni hanno chiesto monete ai passanti con la scusa di volersi comprare da bere. In realtà non c’era sete, né alcuna bottiglietta di tè alla pesca: c’era solo un piccolo “gioco” per racimolare contanti con la tecnica del finto bisogno.
“Oggi un ragazzo si è avvicinato mentre stavo guardando i prodotti sugli scaffali – racconta una cliente – e con tono gentile mi ha chiesto se avessi un euro. Diceva di averlo perso dalla tasca e che gli serviva per prendere una bottiglietta di tè alla pesca. Mentre cercavo l’euro nel portafoglio, mi ha chiesto di dove fossi, ha commentato il mio accento. In quel momento ho avuto un sospetto. Perché fare domande se hai sete? Perché perdere tempo?”. La donna, dopo avergli dato la moneta, ha osservato i due ragazzi allontanarsi e ha quindi deciso di seguirli per vedere se effettivamente stavano andando a prendere da bere. Invece ha visto ripetere la stessa scena con altri clienti, con le stesse modalità. Qualcuno si è fermato, qualcuno ha declinato, qualcun altro ha dato l’euro. “Mi è sembrato un copione, identico ogni volta. Così ho avvisato la sicurezza e mi hanno detto che erano gli stessi ragazzi del giorno prima. Li hanno fermati, gli hanno chiesto di lasciare tutto quello che avevano preso e di allontanarsi. Quando mi hanno restituito la moneta, stavano per darmene due. Ne avevano presi anche da altri”.
I giovani non apparivano in difficoltà, erano vestiti normalmente, parlavano bene l’italiano, sembravano del posto. Nessuna emergenza apparente, solo un modo scaltro per fare leva sulla gentilezza dei clienti. Le scuse, arrivate dopo l’intervento della sicurezza, sono state vaghe, quasi di circostanza.
L’episodio, che si è ripetuto per qualche giorno e ci è stato raccontato da diversi lettori di AltovicentinOnline, solleva una riflessione su quanto oggi anche i più giovani riescano a giocare con l’emotività e la buona fede altrui. E conferma che non sempre quello che sembra un bisogno è davvero tale. A volte, è solo una scusa ben raccontata.
Laura San Brunone
