Una famiglia in affari, di quelli sporchi, che organizzava trasferte sino a Thiene e a Villaverla per rubare. Professionisti del crimine che, distraendo commessi o titolare di negozi, portavano via a loro i portafogli per dedicarsi poi a spese e prelievi pazzi per un totale di  7mila euro. Un’attività criminosa stroncata dai Carabinieri di Thiene: per la madre e i due figli scattano le manette. Denunciato a piede libero il padre che faceva da autista.

Fine delle scorribande per questa famiglia, di origine sinti, che partiva da Mestre e  arrivando nell’alto vicentino. Colpendo in tre negozi tra Thiene e Villaverla lo scorso autunno, ma finendo incastrata dal lavoro degli investigatori del Radiomobile di Thiene. I militari dell’Arma, guidati dal Comandante Ambrogio Maggio, si sono messi sulle tracce dei ladri seguendo a ritroso tutti i loro spostamenti e quelle tracce elettroniche che una strisciata di bancomat lascia sempre. Ma non solo. Preziose per la loro attività di indagine le testimonianze delle vittime ed i fotogrammi della videosorveglianza. Fondamentale anche la prontezza di un testimone che è riuscito a leggere parte della targa dell’auto usata dai quattro criminali. “Un’attività d’indagine fulminea, ferma e decisa per colpire e frenare un fenomeno che potenzialmente causa non solo danni economici, ma anche gravi ripercussioni sulla sicurezza percepita dagli esercenti e dai cittadini in generale”, spiega il Tenente Maggio.

I fatti
Il primo furto risale al 15 settembre scorso, in centro a Thiene, quando madre e figlia entrano nella ‘Cartoleria al Corso’: mentre la prima distrae la titolare con un pretesto, la seconda fa il giro del bancone, mette le mani nella borsa della negoziante e sfila contante e carte di credito. Una tecnica semplice ma spudorata che, una volta uscite dal negozio, permette alle due ladre di alleggerire di 2mila euro il conto in banca dell’esercente. Un gruzzolo racimolato tra prelievi al bancomat e vari acquisti in alcuni negozi di Villaverla, Costabissara, Vicenza e Venezia, mentre alla thienese lo sconforto di trovarsi sul cellulare una raffica di sms allert del proprio istituto di credito che le ha fatto capire di essere stata derubata.
Stessa tattica qualche giorno più tardi, il 26 settembre, a Villaverla. La famiglia parte da Mestre ed arriva in paese poco prima delle 18. Per questa seconda trasferta sono i figli a fare il lavoro sporco, mentre il padre li aspetta in auto pronto a partire al loro primo cenno. Mentre il fratello si finge interessato ad un vestito esposto, attirando la negoziante verso la vetrina, la sorella sgattaiola dietro il bancone e arraffa dal portafoglio 350 euro e due carte bancomat: tessere che per quattro volte verranno usate per prelevare mille euro a Thiene. Il successivo, e obiettivo porta la famiglia ancora in trasferta a Thiene. Puntando questa volta il negozio ‘Morbillo’ dove, sempre fratello e sorella, mettono in atto lo stesso modus operandi: uno distrae la negoziante, l’altra rubava il portafoglio da una borsa appoggiata a terra dietro il banco del negozio. Un furto che ha fruttato 3400 euro ai criminali, tra denaro che si trovavano nel borsellino oltre ad uno shopping frenetico in diversi negozi nel vicentino e prelievi allo sportello bancomat.

Per tre scattano le manette, il padre denunciato a piede libero
Furti fin troppo simili tra loro, che sarebbero potuti aumentare, ma stroncati dai Carabinieri del Norm di Thiene. Molti gli elementi raccolti dai militari dell’Arma che hanno fatto ben presto chiudere il cerchio dell’indagine sulla famiglia di origini sinti di Mestre. Dagli uffici di via Lavarone alla Procura di Vicenza è arrivata un’informativa dettagliata che incastrava la famiglia veneziana e che visto il gip Barbara Maria Trenti firmare i provvedimenti cautelari a carico dei 4.
Per il padre P. D. C., 55 anni con il ruolo di autista, è scattata la denuncia in stato di libertà. Per la madre e i figli, Nada Pasquale 50 anni, Roberto e  Ketti Di Colombi, rispettivamente di 21 e 27 anni, il gip ha disposto gli arresti domiciliari nel campo nomadi per le due donne, mentre il figlio è stato colpito dal divieto di dimora in tutta la provincia di Vicenzan oltre all’obbligo giornaliero di firma. Per tutti le accuse sono per tutti i responsabili le accuse sono di concorso in furto con destrezza, aggravato e continuato, oltre a utilizzo indebito di carte di credito e bancomat.

Comandante Amato:”Non tenete il pin nel portafoglio”
Fermo nella convinzione di portare quanta più sicurezza possibile sul territorio chiamato a gestire, il Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Thiene, sottolinea quanto fondamentale sia la sinergia tra forza dell’ordine e i cittadini: “Anche in questo caso-dichiara il Capitano Massimiliano Amato-Grazie alla testimonianza fornita da 15 persone, tra cui ovviamente le vittime, che hanno permesso all’individuazione e all’identificazione dei quattro responsabili. Quanto raccolto minuziosamente dai Carabinieri del Nucleo Operativo ha permesso di fermare subito il giro d’affari che questa famiglia stava conducendo nell’alto vicentino-conclude- Vista l’occasione voglio ricordare che non bisogna mai lasciare, o segnare, il pin di carte di credito o bancomat all’interno della borsa e del portafoglio”.

Paola Viero

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