Dopo giorni di carcere a Vicenza, e dopo Verona, torna nella sua casa di Torrebelvicino il professore Francesco Di Luccio, 45 anni, arrestato prima di Pasqua con l’accusa di atti sessuali nei confronti di minore.
Vittima una 15enne del liceo Martini di Schio che, confidandosi con un’amica, avrebbe fatto scattare le indagini della Guardia di Finanza.
L’accusa della Procura di Vicenza, a carico di Di Luccio, è di avere avuto una relazione con la minorenne. Una storia d’amore non consentita dalla legge, che è costata al professore 20 giorni di cella con le indagini che sono ancora in corso ed in fase preliminare.
Ha collaborato
In prima battuta il professore di scienze, che è stato nel frattempo sospeso cautelativamente dall’insegnamento, aveva scelto la linea del silenzio di fronte al gip.
Poi, il 45enne, avrebbe deciso di ‘vuotare il sacco’, raccontando i particolari di quella relazione ‘proibita’. Lunedì scorso non ha potuto fare altro che confessare quanto riscontrato dai finanzieri, che avrebbero in mano le prove degli incontri tra insegnate e allieva.
Incontri avvenuti in auto, o in casa di lui, nei pomeriggi in cui la moglie era al lavoro. Le cimici e le telecamere non lascerebbero spazio a dubbi sulle ore trascorse assieme alla ragazzina, andando ben oltre il suo ruolo di docente ed educatore.
Da quanto trapela, il prof Di Luccio, avrebbe raccontato anche dettagli precedenti alle indagini delle Fiamme Gialle, ammettendo approcci intimi con la studentessa.
Pare che il 45enne si fosse proprio invaghito della 15enne, arrivando ad aspettarla dopo le lezioni, per portarla in luoghi appartati, ritenendoli protetti, non sapendo invece di essere ascoltato ‘in diretta’ dagli investigatori. La Guardia di Finanza sarebbe stata pronta ad intervenire in caso ci fosse stato bisogno di tutelare la ragazza, che sarebbe stata seguita persino durante una gita scolastica.
Il provvedimento
Il giudice per le indagini preliminari, Barbara Maria Trenti, ha concesso gli arresti domiciliari a Francesco Di Luccio dopo l’interrogatorio fiume, in cui ha fatto capire il tipo di relazione intrattenuta con la minorenne.
Adesso si trova a casa, ma non può avere contatti. Di Luccio avrebbe fatto capire al giudice di essersi reso conto della gravità di quella storia d’amore, dove c’erano 30 anni di differenza, vissuta in una complicità reciproca, senza violenza o soprusi diretti e palesi, da parte dell’adulto.
Ma quel rapporto è vietato dalla legge, sia che la vittima è minorenne e sia per il ruolo di custodia che un professore deve avere nei confronti dei propri allievi.
Di tutto questo Di Luccio si sarebbe reso conto solo una volta condotto in carcere, ammettendo tutto, raccontando anche di più di quella che la Procura già sapeva.
di Redazione AltovicentinOnline