Giovedì 25 settembre, alle 20.30, alla Metal B Srl di Marano Vicentino, si terrà un importante convegno dal titolo “Disuguaglianze a confronto: reddito, opportunità, genere”.

L’incontro nasce con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema delle crescenti disuguaglianze economiche e sociali, analizzando in particolare le differenze legate al reddito, all’accesso alle opportunità e alla parità di genere. Attraverso dati, testimonianze e analisi approfondite, i relatori offriranno una panoramica della situazione attuale, con uno sguardo anche al locale. A moderare l’incontro sarà il giornalista Diego Neri. 

Interverranno: Elsa Maria Fornero, ex Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Professoressa Onoraria di Economia presso l’Università di Torino; Chiara Mio, Professoressa Ordinaria, Venice School of Management, Università Ca’ Foscari di Venezia;  e Don Enrico Pajarin, direttore della Caritas Diocesana Vicentina.

L’iniziativa si propone di stimolare la riflessione su un fenomeno, quello delle disuguaglianze, che incide ed inciderà in maniera determinante sulla coesione sociale e sulla tenuta del contesto socio-economico.

 L’Assessore Alessandro Peron  definisce il dibattito “una importante occasione di confronto aperto e costruttivo, capace di unire competenze accademiche, esperienza istituzionale e testimonianza sociale, per offrire ai cittadini e al territorio strumenti utili a comprendere meglio le sfide presenti e future e per approntare politiche che non lascino indietro nessuno”.

Ingresso libero fino a esaurimento posti.

Giovedìs corso, intanto,  il Faber Box di Schio ha ospitato una sala gremita per “Generazioni e Collaborazioni: Idee, Strumenti e Prospettive”, promosso con il patrocinio del Comune di Schio e di Confartigianato. A condurre la serata è stato Sebastiano Zanolli, mentre sul palco un tavolo di discussione con Francesco Morace, Linda Gobbi, Cecilia Nostro e Maurizio De Palma.
Al centro dell’incontro la ricerca di Linda Gobbi e Francesco Morace su 4.000 giovani italiani, che ha evidenziato come le nuove generazioni richiedano approcci radicalmente diversi nel mondo del lavoro. Entro il 2030 lasceranno il mercato circa 700.000 persone, mentre ne entreranno solo 200.000. Non si tratta di giovani “svogliati”, ma di ragazzi con logiche di funzionamento diverse, desiderosi di responsabilità concrete, flessibilità e autorevolezza basata sulla competenza reale.
I relatori hanno suddiviso i giovani in quattro nuclei generazionali: gli “Expo Teens” (13-16 anni), abituati a gestire la propria immagine sui social; gli “Expert Teens” (17-21 anni), orientati a diventare esperti in specifici ambiti; i “Viaggiatori” (22-24 anni), che considerano l’esperienza internazionale una tappa formativa; e i “Realizzatori” (25-29 anni), pronti a impegnarsi professionalmente senza rinunciare alla realizzazione personale. Il quadro demografico stilato, evidenzia sfide importanti: oltre sei adolescenti su dieci soffrono di ansia e uno su cinque vive attacchi di panico, mentre le imprese locali faticano a reperire personale qualificato. L’età mediana dei lavoratori è di 48,7 anni e il 40% ha più di cinquanta anni, con un impatto stimato di -20% sul potenziale PIL nei prossimi 25 anni se non si interviene. Le strategie proposte durante l’incontro puntano a valorizzare le competenze dei giovani e a integrare le diverse generazioni. Il reverse mentoring, già sperimentato da ATM Milano, ha mostrato come i giovani possano insegnare tecnologia ai senior, mentre i più esperti trasmettono il mestiere tradizionale. Fondamentale è anche l’age integration, che crea team permanenti intergenerazionali, e la costruzione di ritualità aziendali che favoriscano lo scambio di esperienze e competenze.
Non mancano le iniziative concrete: il 24 ottobre il MAV con associazioni di categoria e aziende, coinvolgerà 1.200 studenti del territorio tra Schio e Thiene in visite aziendali, workshop intergenerazionali e attività di matching tra competenze e opportunità. Il messaggio conclusivo è chiaro: il conflitto generazionale appartiene al passato. La sfida oggi è superare incomprensioni reciproche, riconoscere velocità e linguaggi differenti, costruire autorevolezza su competenza reale e trasformare la diversità generazionale in una risorsa di innovazione e crescita.

 

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