Avanti senza tasse. Ancora una volta, è il 14esimo anno consecutivo, la Regione Veneto, “con orgoglio”, vara un bilancio “tax free”, come dice il presidente Luca Zaia incontrando oggi i giornalisti. Un bilancio che porta alla fine della legislatura e mantiene la “parola con i veneti”, insomma gli impegni presi. “Questa è l’unica Regione d’Italia dove non si applicano tasse: potremmo prelevare circa un miliardo e 179 milioni per ridistribuirli, ma mi sembra poco consono in un momento di difficoltà. Oppure, possiamo fare la scelta che abbiamo fatto di lasciarli nelle tasche dei veneti”, rivendica Zaia invitando a moltiplicare il dato per 13 bilanci e arrivare a mettere a fuoco la “cifra assolutamente importante di 15 miliardi di euro che non abbiamo mai prelevato e ci vantiamo di questo perchè è frutto di sacrifici e scelte manageriali”. Ad esempio, Zaia ereditò una Regione in cui il tesoretto della giunta era di mezzo miliardo e oggi è sceso a 670 milioni: è stata fatta una “grossa cura dimagrante, una revisione importante e un controllo di gestione sulla spesa”; come sulle partecipate, dismettendo quelle non “funzionali all’oggetto sociale della Regione. Un esempio? Gestire immobili non è il nostro mestiere”. Nel bilancio di previsione 2024-2026 si danno “risposte importanti” a sanità e sociale, ambiente e difesa del suolo, ma anche in ambito educativo-assistenziale. Un bilancio che cuba 18,2 miliardi di euro e darà le coperture finanziarie ad attività e investimenti a favore di cittadini e al comparto produttivo. Un bilancio che dà copertura alle opere pubbliche e dà spazio anche a nuove iniziative legislative”, dice Zaia. Il tutto all’indomani di Ferragosto, segno di “efficienza”. Perchè, dopo il Covid, ci si deve preparare ad affrontare la sfida dell’inflazione, ad esempio.
Zaia vara dunque un bilancio che si muove in uno sfondo di previsioni di Pil “ancora importanti e positive” e si attrezza per attutire i colpi problematici delle prossime congiunture. La Regione, dice l’assessore al Bilancio Francesco Calzavara, si mette nelle condizioni di “poter disporre fin dall’1 gennaio 2024 delle necessarie coperture finanziarie per procedere con le attività e gli investimenti a favore di cittadini ed imprese”. Il bilancio introduce novità nella marginalità riservata ai singoli assessorati che pesa 75 milioni di euro. Tra le più rilevanti l’aumento della quota contro il dissesto idrogeologico, 13,5 milioni per gli emoderivati, programmi europei da 129 milioni. Infine la partita della Pedemontana: preventivate entrate da pedaggi per 219 milioni che si sommano ai 19 milioni messi a bilancio per il pagamento del canone di disponibilità. Viene confermato lo stanziamento per la cultura, mentre sulle borse di studio, oltre alla quota regionale, la Regione attende conferme sulla quota di compartecipazione statale. In macronumeri, una manovra da 18,2 miliardi, 10 alla sanità, 3,4 in poste vincolate, partite tecniche per tre miliardi, entrate a libera destinazione da 1,562 miliardi. Questi ultimi vengono spesi così: per il personale 170 milioni, costi generali dell’ente per 106 milioni, co-finanziamento europeo 128 milioni, spese per oneri finanziari da 196 milioni, per enti dipendenti e società a 132 milioni, per gestione contratti con 254 milioni. Al finanziamento di leggi pluriennali del Consiglio vanno 43 milioni. Il Fondi accantonamento vale 271 milioni.