Non c’è solo la crisi economica. Negli ultimi anni sono cambiati radicalmente i consumi, i comportamenti stessi dei consumatori. Che hanno occhi e attenzioni per il prezzo, ma anche per la qualità. Consumatori che sposano l’alimentazione sana e prendono le distanze da quegli eccessi, peraltro costosi, che alla salute non fanno davvero bene.

Per parlare di questi consumatori è bene chiedere a chi li conosce e li studia da vicino, osservandone i comportamenti e i flussi negli acquisti, al punto da farne una vera “fotografia sociale”.

“Il consumatore sta cambiando – spiega Mauro Maggio, uno dei titolari dei supermercati Eurospar di Thiene e di Schio e vicepresidente dell’Ascom -. E’ intelligente, curioso, attento. Alla ricerca del prezzo, ma non fine a se stesso. E mai a scapito della qualità”.

Studiare i comportamenti dei clienti per lei è lavoro quotidiano, per noi può essere un indicatore di come sta cambiando il modo di fare la spesa.

“Cambia al passo con i tempi. Ma i segnali a volte sono contraddittori. Il caffè qualità rossa, per fare un esempio, ha registrato un calo di vendita del 20%, a fronte di un aumento di vendite delle cialde, che però hanno un costo ben superiore. Praticità e rapidità, a volte è questa la scelta”.

Solo nel caffè o anche in altri casi?

“Direi in tutti i casi. La carne, per dirne una. Non si vendono più i pezzi di carne che richiedono lunghi tempi di cottura. Il brasato non lo prepara più nessuno, al massimo va a mangiarlo al ristorante. Vanno bene invece le carni veloci, quelle che basta mettere in padella o in forno per tre minuti. La gente non ha più tempo, o pazienza, per lunghe preparazioni. Anche il pesce va molto bene, ma sempre con questi due aggettivi: prodotti veloci e freschi”.

Quindi addio allo scatolame?

“Lo scatolame si vende poco, il cliente di solito preferisce il surgelato, che dà maggiore garanzia di qualità”.

Prodotti di marca o anche etichette sconosciute?

“Il nostro cliente, parlo di Eurospar ovviamente, chiede il prodotto di marca. Se all’olio di oliva conosciuto, in offerta a 3,40 euro, mettiamo vicino la marca x a 2,40, vendiamo il più noto, garantito. Qui da noi è così. Poi certo la pubblicità ha il suo peso, sposta eccome le preferenze dei consumatori. Che per acquistare le sottomarche magari preferiscono andare al discount”.

E il prezzo? La crisi non ha alcuna incidenza sulla spesa?

“Eccome se incide. Non c’è cliente, neanche uno, nemmeno il più facoltoso, che non vada immediatamente a vedere le offerte del giorno. E’ così, è anche giusto che sia così. Però la ricerca non si limita solo al prezzo. Il prezzo stracciato senza qualità non interessa”.

Quali sono gli altri alimenti che stanno andando bene come vendite?

“Le do un dato apparentemente marginale, ma che invece ha una grande importanza nell’analisi dei consumi: le uova. Sono arrivate a rappresentare l’1% delle vendite di un grande supermercato come il nostro. Sembra poco, invece è un’enormità. E questo sa perché? Perché l’uovo è un prodotto di qualità a basso costo. I clienti sono intelligenti. E oramai, anche stimolati da tutte quelle trasmissioni di cucina che vanno in televisione la mattina, stanno affinando una vera cultura alimentare. In aumento ci sono anche le vendite di farine. La gente ha capito che può tranquillamente farsi il pane in casa. Prendiamo invece la carne: il consumo è in calo. Un po’ perché il messaggio che passa ormai è che la carne, anzi l’eccesso di carne, fa male alla salute. Non è più vissuta come una scelta salutistica. E oltretutto ha un costo. E tra un filetto da 15 euro e due uova, secondo lei il consumatore cosa sceglie?”

E la pasta?

“Bene, come sempre. E poi, per tornare ai pasti economici, con mezzo chilo di pasta e una bottiglia di pelati ci si mangia in 5 con buona qualità e a un prezzo assai contenuto. Ma si vende molto bene anche il prodotto integrale. E in generale tutti quei prodotti legati a varie intolleranze alimentari, per esempio al lattosio o al glutine”.

Andamento di frutta e verdura?

“Ottimo, a patto che non ci siano trucchi. Il cliente vuole freschezza. Deve sapere che l’insalata che compra da noi è stata raccolta al massimo il giorno prima. L’ortofrutta è il comparto che ci dà le migliori performance, ma a queste condizioni: qualità, freschezza e prezzo. L’ortofrutta è il biglietto da visita di un supermercato, se il cliente trova merce scadente perde qualsiasi fiducia”.

Prezzo da una parte, salute dall’altra. E’ sempre così?

“Spesso è così. Prenda ad esempio il caso dei liquori, dei superalcolici: la vendita è crollata, non li vuole più nessuno. Perché costano tanto, ma anche per una scelta salutistica. Invece sono in aumento le vendite delle birre artigianali, di alta qualità. E una bottiglia in media costa 5 euro, non poco. Un altro calo netto è nel cioccolato addolcito, lavorato, mentre fa buoni numeri il fondente di qualità. E non parlo della Pasqua, le uova si comprano per la sorpresa, non per la qualità del cioccolato. Parlo di grandi numeri ovviamente, poi ci sono le eccezioni. E le mode, con i personaggi del fumetto tale che quell’anno vanno esauriti”.

Per concludere, ritiene che tra Thiene e Schio ci siano differenze nelle tipologie di acquisti al supermercato?

“No, nei nostri due negozi direi di no. La clientela è della stessa fascia”.

E i volumi di spesa? Ci sono cenni di inversione di tendenza?

“La spesa è diminuita, il portafogli dei clienti è meno pieno. La gente ha imparato a rinunciare ad alcune cose. Ma non alla qualità. E alla difesa della propria salute”.

di Redazione Thiene on line

 

 

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