Dopo gli ultimi fatti di cronaca che hanno portato in carcere, o agli arresti domiciliari, tanti nomi eccellenti e altisonanti della politica veneta CNA Vicenza alza la voce e chiede pulizia in un sistema di gestione del “pubblico” che si è dimostrato marcio e putrefatto. «Dalla faccenda Mose, al project financing dell’ospedale di Santorso, è un fiume in piena di corruzione e disonestà – dichiara la presidente di CNA Vicenza Cinzia Fabris – e il cittadino, alla fine, risulta essere l’unica vera vittima: impotente e necessariamente costretto a subire».

 

«Dopo una pausa necessaria a far sedimentare le emozioni, la rabbia e la vergogna del momento – spiega la Fabris – CNA Vicenza non può non commentare gli ultimi accadimenti. Dopo tangentopoli non vorremmo davvero sentire più parole come tangenti, corruzione, collusione, finanziamento illecito. Ma stiamo vivendo un’altra terrificante vergogna del nostro Paese. È quindi giusto e doveroso prendere delle posizioni forti e definitive per poter iniziare ad accettare quel “cambiamento” che tutti noi stiamo aspettando e costruendo, in nome di una trasparenza e di un nuovo sistema di gestione».

CNA Vicenza metterà ancor più il proprio impegno per contribuire a creare un nuovo sistema fatto di trasparenza e contatto diretto con i Cittadini. “La vicenda Mose è grave – continua la presidente di CNA Vicenza – e, se verrà confermata, sarà l’ennesima prova che esiste un flusso di mala gestione troppo rodato a scapito dei contribuenti. Ma il timore è che emergano segnalazioni anche su altri progetti di finanza veneti, come la Nuova Valsugana. È per questo che la nostra Presidenza Provinciale vuole soffermarsi in maniera inequivocabile sulla necessità di rendere i meccanismi che reggono il sistema più controllabili e trasparenti».

La presidente Cinzia Fabris spiega: «Le cronache che leggiamo in queste ultime settimane vanno a toccare e umiliare l’intimo più profondo, da persone che ritenevamo preposte a determinati incarichi e che si sono invece dimostrate ‘macchine’ destinate a portarci allo sfacelo. Persone che azionando e manovrando le leve del potere hanno probabilmente perso il contatto con la realtà, le esigenze e i bisogni dei cittadini, allontanandosi da quelli che sono i doveri primari di un politico: agire per il bene e la salvaguardia di paese e cittadini stessi. Anche le associazioni di categoria, CNA in prima fila, avranno un ruolo fondamentale nella ricostruzione di una credibilità ormai dimenticata e abbandonata da così tante persone».

«La crisi che ha colpito l’Italia – conclude Cinzia Fabris – deve essere un monito per tutti coloro che si trovano in posizioni istituzionali e di ‘rappresentanza’, un segno di quanto sia necessario ritornare al concetto primario di associazionismo. Non solo per lottare in maniera compatta, far valere i diritti degli associati e chiederne la tutela, ma per riequilibrare tutti quei valori etici che stanno alla base della nostra esistenza, non solo professionale». Occorre fare in fretta una nuova formazione all’interno di tutti gli apparati e a tutti i livelli. Non possiamo che condannare e ribadire con fermezza che ciò che la politica veneta ci ha voluto riservare con questi ultimi scandali, proprio fuori dalla porta di casa nostra. Questa piaga porta l’Italia lontano da quei risultati di mercato e di eccellenza che storicamente le competono e le spettano di diritto.

a cura dell’Ufficio Stampa di Cna

 

 
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