di Federico Piazza
La stagione dei saldi estivi 2025 si è chiusa senza acuti, come accade da anni. Ma forse sta per chiudersi anche l’era dei saldi, almeno come sono regolati oggi. Perché, semplicemente, le vendite di fine stagione a prezzi scontati di abbigliamento e accessori hanno perso di significato. Sconti e promozioni si susseguono infatti tutto l’anno, non solo nel commercio on line non sottoposto alla normativa sui saldi, ma anche in molti negozi fisici. A ciò si aggiunge il Black Friday novembrino, importato dagli Stati Uniti, che in diversi comparti e per diverse catene commerciali si estende oggi anche per una settimana. Quindi i due appuntamenti annuali tradizionali dei saldi estivi e invernali, con calendari diversi da regione a regione, non hanno più appeal per moltissimi consumatori. Il mondo del commercio chiede pertanto una revisione generale delle regole sui saldi. Tanti operatori vorrebbero addirittura una piena liberalizzazione. Tant’è che pochi giorni fa il presidente di Federmoda Confcommercio Veneto, Riccardo Capitanio, ha commentato i risultati complessivamente deludenti dei saldi estivi dal 5 luglio al 31 agosto avvertendo che la loro abolizione non è un’ipotesi remota. In particolare, al di là del generale calo dei consumi delle famiglie e di una contrazione quest’anno anche delle spese dei turisti a Venezia, il presidente regionale di Federmoda ha additato il fenomeno pervasivo dei cosiddetti “pre-saldi”, cioè le promozioni anticipate che attraverso canali di comunicazione diretti (Whatsapp, email, etc.) avvisano clienti e contatti che nei punti vendita troveranno prodotti acquistabili con lo sconto alla cassa anche prima dell’avvio dei saldi.
Terzo: “I tempi sono cambiati”
La perdita di attrattività delle vendite di fine stagione e l’esigenza di cambiarne le regole sono confermate dai vertici dei mandamenti di Schio e Thiene di Confcommercio. «Non ho colto segnali né di criticità né entusiastici sull’andamento delle vendite quest’estate – osserva il direttore di Ascom Thiene, Sergio Terzo – ma in linea generale possiamo certamente dire che è finita l’epoca di quando la gente aspettava la stagione dei saldi per fare grandi acquisti. Oggi il panorama del commercio è caratterizzato da promozioni e sconti tutto l’anno, con anche le formule delle svendite per rinnovo locale, per rinnovo magazzino, e così via. Quindi le due grandi stagioni degli sconti hanno perso di significato. I saldi possono ancora interessare a chi desidera acquistare capi di fascia alta, perché lì gli sconti fanno la differenza sul prezzo. Sicuramente – commenta Terzo – la provocazione del presidente di Federmoda Veneto di abolire i saldi non è infondata».
Xoccato:”Occorre un cambiamento”
Guido Xoccato, presidente di Ascom Schio, rincara la dose e dice che è tempo che Confcommercio prenda una decisione a livello nazionale. Cosa non facile, però, perché secondo Xoccato sulla questione saldi i commercianti si dividono pressappoco a metà in due “partiti”: chi li vorrebbe posticipare di circa un mese per sfruttare di più il mese di luglio per non perdere marginalità in una fase di acquisti più sostenuti e chi li vorrebbe invece abolire. «Gli operatori sono in ogni caso tutti d’accordo che bisogna cambiare. Il commercio on line applica scontistiche continue 365 giorni all’anno. E così anche molti negozi fisici, per parare il colpo, nei 15 giorni antecedenti all’inizio dei saldi iniziano a fare campagne promozionali sui social e a inviare avvisi di sconti ai clienti sui canali diretti di comunicazione, che poi si tramutano in sconti alla cassa praticati anche prima dei saldi. Non è certamente una pratica edificante, ma di fatto è ciò che accade. Inoltre – conclude Xoccato – si capisce che certe scontistiche continue sono costruite ad hoc. Se si offrono per gran parte dell’anno forti sconti sui medesimi prodotti, è ovvio che il prezzo che rispecchia il valore effettivo è quello scontato».
