di Federico Piazza
Congiuntura economica difficile per l’autotrasporto di merci conto terzi a causa del rallentamento della produzione industriale e dei commerci internazionali. «È un periodaccio, la domanda dei committenti è in calo da settembre 2023. E la flessione si è accentuata a inizio 2024», commenta Igor Sartori, presidente provinciale di Mestiere Trasporto Merci di Confartigianato Vicenza e titolare di una piccola azienda di trasporti e logistica di Schio. Pesa anche la crisi del Mar Rosso con navi in ritardo di settimane e la logistica dei container e del trasbordo dai porti scombussolata. Senza contare i problemi tra Italia ed Europa nordoccidentale per le prolungate chiusure per lavori di manutenzione di importanti valichi alpini e l’annoso problema del Brennero a causa della politica austriaca di contingentamento del transito di camion esteri.
Ma al di là della contingenza attuale, l’autotrasporto merci soffre strutturalmente della forte carenza di camionisti e dalle difficoltà del ricambio generazionale. È infatti uno dei settori dove è più difficile reperire personale e attrarre giovani. In termini generali, secondo diverse analisi in Italia mancano oggi intorno ai 20mila camionisti. Non sta meglio il resto d’Europa, dove ne servirebbero 400mila e solo il 5% degli autisti ha meno di 25 anni (stima Iru – International Road Trasport Union). La questione è molto sentita anche in Veneto: Excelsior Unioncamere ha registrato in regione un tasso di difficoltà di reperimento di figure di “Conduttori di mezzi pesanti e camion” del 65% nel 2023, superiore al 57% della media nazionale. In tre quarti dei casi la motivazione è la mancanza di candidati.
Di questo tema in particolare Igor Sartori parla con AltoVicentinOnline.
Perché è difficile trovare camionisti?
«È un lavoro impegnativo dove la conciliazione tra lavoro e vita privata è più difficile. E rispetto al passato si guadagna di meno e si corre di più, perché si è ridotta la marginalità delle aziende di trasporto a causa dei cambiamenti nell’organizzazione della produzione industriale e quindi nei processi della logistica merci».
Cioè cosa è avvenuto?
«La programmazione industriale degli approvvigionamenti si è fatta sempre più corta e con carichi minori come volumi, secondo la logica del “just in time” con rapida rotazione dei magazzini delle aziende committenti. Ma questo penalizza l’ottimizzazione del trasporto, sia economicamente sia a livello ambientale. In pratica, una volta i camion giravano sempre a carico pieno all’andata come al ritorno. Oggi, se va bene, si viaggia abbastanza pieni all’andata ma vuoti o semi vuoti al ritorno. Quindi i margini per le imprese di autotrasporto si sono schiacciati».
Altri fattori che penalizzano il settore?
«Caro carburanti e caro pedaggi. Per esempio, in Germania quest’anno sono aumentate dell’80% le tariffe di transito su tutti i tipi di strade. Ci sono aziende del nostro territorio che con le condizioni contrattuali in corso con i loro clienti non possono più permettersi di fare il servizio sulla Germania.
Mentre sul fronte investimenti ci sono pesanti ritardi nell‘erogazione dei contributi alle imprese, anche di due o tre anni dalla presentazione della domanda. Abbiamo chiesto più volte di rivedere completamente le procedure, tema che riproporremo nell’incontro del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con le associazioni di categoria del 7 febbraio.
E poi c’è la concorrenza di aziende che hanno aperto sedi in paesi anche europei con un costo del lavoro più basso per operare sulle tratte nazionali italiane con pratiche spesso al limite o al di fuori della legalità».
È difficile anche trovare autisti stranieri?
«Da un po’ di tempo sì. Bisogna comunque puntare sui giovani, e su questo Confartigianato Trasporti è molto attiva. Come categoria è in corso una riflessione prendendo spunto da modelli europei di formazione, per capire se ci possono essere collaborazioni con scuole dove i giovani imparano la cultura del trasporto e da dove escono già con i requisiti professionali in mano».
Nel frattempo che formule economiche ci sono per il costo delle patenti?
«C’è il Bonus Patente per i giovani tra i 18 e i 35 che abbiano conseguito o vogliano conseguire le patenti professionali (C, C1E, CE) o CQC. Un beneficio dell’80 % fino ad un massimo di 2500 euro. Nel 2023 il plafond si è esaurito in tre ore. Bene la misura, meno bene la modalità Click Day. Nei prossimi giorni dovrebbe uscire il decreto ministeriale con termini e modalità per richiedere il bonus patente nel 2024, di solito la piattaforma si apre a metà febbraio.
E poi con EBAV, l’Ente Bilaterale Artigianato Veneto, le aziende artigiane di trasporto merci possono ottenere contributi per i costi di rinnovo patenti e mantenimento dei requisiti professionali per titolari, soci e collaboratori. Confermato per il 2024».