La strage silenziosa continua. Nel 2024 in Italia sono morte 1.090 persone sul lavoro, una media di tre al giorno. Ma i primi mesi del 2025 raccontano un quadro ancora più drammatico, soprattutto in Veneto, dove il numero delle vittime è già raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sono 38 i decessi registrati nei primi cinque mesi dell’anno, 30 dei quali avvenuti in occasione di lavoro, contro i 14 dello stesso periodo del 2024. Padova e Vicenza guidano la triste classifica con 9 vittime ciascuna, seguite da Venezia e Verona (7), Treviso (4) e Rovigo (2).

A fronte di questa emergenza, la denuncia arriva chiara e forte da Carlo Cunegato, consigliere di Coalizione Civica a Schio: “Non si può morire lavorando nel 2025”. E punta il dito contro l’Ulss 7 Pedemontana, rea di voler peggiorare le condizioni contrattuali dei tecnici dello Spisal, il Servizio per la Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro, ovvero coloro che si occupano delle ispezioni e della prevenzione nei luoghi di lavoro.

Tecnici insufficienti, territorio vasto

“Nel solo territorio dell’Ulss 7 — 360mila abitanti, migliaia di aziende e decine di strutture pubbliche — operano attualmente solo 11 tecnici Spisal. Un numero giudicato gravemente insufficiente. Due di loro si sono già dimessi,” denuncia Cunegato, “segno di una situazione insostenibile, dove a peggiorare le condizioni si rischia solo di svuotare un servizio fondamentale.”

Il contratto contestato

La miccia che ha acceso la polemica è il nuovo contratto proposto dall’Ulss 7 agli operatori Spisal: gli incentivi economici previsti dalla Regione Veneto verrebbero concessi solo in cambio di un aumento dell’orario di lavoro settimanale di 4 ore. Una proposta che altre aziende sanitarie non stanno applicando con le stesse modalità.

“Una follia”, commenta Cunegato. “Invece di rendere attrattivo un ruolo cruciale, si finisce per renderlo ancora meno sostenibile. È assurdo legare incentivi già previsti a un aumento dell’orario. Così si scoraggia chi già lavora con fatica in un ambito così delicato.”

La Cgil ha già denunciato pubblicamente la gravità dell’accordo, chiedendo la riapertura del tavolo di trattativa. Cunegato si unisce all’appello: “Bisogna cambiare rotta, subito. Serve garantire la continuità e la qualità delle ispezioni. Di fronte al raddoppio dei morti sul lavoro, ogni azione dovrebbe andare nella direzione della prevenzione, non del risparmio.”

La sicurezza sul lavoro, conclude Cunegato, non può essere un lusso, ma una priorità assoluta. E in una Regione che oggi registra il doppio dei decessi rispetto all’anno scorso, non c’è più tempo da perdere.

di Redazione AltovicentinOnline

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