di Federico Piazza
Oltre a vendermi gli impianti di saldatura, riesci a fornirmi anche i saldatori?
È questa la battuta ricorrente che da anni Giambattista Borriero, responsabile della divisione tecnologie per la saldatura della Arroweld Italia di Thiene, sente dai suoi clienti industriali in tutta Italia. Una battuta che rispecchia un’esigenza molto diffusa anche nell’Alto Vicentino, terra di metalmeccanica, carpenteria leggera e pesante, tubifici, e così via.
Con 34 anni di esperienza nel settore in Arroweld, Borriero può ben raccontare come si sta trasformando il mondo della saldatura nelle fabbriche: «Negli ultimi dieci anni c’è stata una netta evoluzione verso l’automatizzazione industriale dei processi di saldatura, con l’esplosione della robotica in aziende grandi e anche piccole di diversi comparti. In particolare si sta affermando la tecnologia dei cobot, i robot collaborativi a supporto del saldatore, che ha quindi sempre più un ruolo di supervisione. Anche se per alcuni tipi di saldatura, come per esempio in ambito costruzioni navali, la manualità del saldatore puro specializzato è ancora insostituibile».
In ogni caso, l’aumento dell’automazione e quindi la riduzione delle attività manuali effettive non significa che i saldatori non siano più richiesti dalle aziende. Anzi. I saldatori sono tra gli operai specializzati più ricercati, più difficili da reperire e meglio pagati nel mercato del lavoro. I dati di Unioncamere-Excelsior sul fabbisogno di figure professionali in Italia evidenziano la discrepanza tra domanda e offerta. In Veneto, per esempio, nel 2022 erano previsti 670 inserimenti in azienda di saldatori e tagliatori a fiamma, oltre l’80% con assunzioni dirette da parte delle imprese. Il tasso di difficoltà di reperimento è stato però del 65%: nel 46% dei casi mancavano i candidati, nel 42% mancava un’adeguata preparazione dei candidati. Pregressa esperienza professionale era infatti richiesta per oltre la metà delle posizioni aperte. E in quasi un terzo dei casi serviva esperienza nello stesso settore.
Ecco quindi la questione della formazione. E la difficoltà di trovare persone interessate a intraprendere un percorso formativo nel campo della saldatura. Problematica che si riscontra molto nell’Alto Vicentino, dove diverse imprese hanno avviato anche delle iniziative proprie, tipo le Academy aziendali interne. Lo testimonia Giulia Scorzato, responsabile d’area di Randstad, società di ricerca, selezione e formazione di personale che organizza corsi professionalizzanti nel settore metalmeccanico per saldatori, operatori cnc ed operatori in ambito elettronico/elettrico: «È difficile reperire operatori specializzati nella saldatura perché si tratta di una mansione per la quale le più importanti competenze si acquisiscono on the job, maturando esperienza professionale nel ruolo. Sono certamente necessarie anche conoscenze specifiche dei materiali, capacità di disegno tecnico e doti manuali».
Dal punto di vista economico il trattamento è interessante. «Un saldatore esperto nella mansione è una figura particolarmente strategica per le aziende, con range retributivi mediamente elevati, intorno ai 2000 euro netti al mese», spiega Scorzato. «Una figura junior, sulla quale l’azienda dovrà investire in formazione e affiancamento fatto da operatori esperti, viene generalmente inserita con contratti a tempo determinato con una retribuzione netta mensile intorno ai 1300 euro. Come avviene in diversi ambiti, poi, sempre di più, per favorire la retention dei talenti, le aziende mettono in atto politiche di welfare e di conciliazione tra lavoro e vita privata».
Che in Veneto lo stipendio netto medio mensile per un saldatore con esperienza sia di 2000 euro lo conferma la Scuola di Saldatura e Controllo di Caldogno, centro d’esame per la certificazione del personale e punto di riferimento a Vicenza per la formazione teorico-pratica per aspiranti saldatori con corsi di Work Experience con tirocinio in azienda e programma GOL (Garanzia di occupabilità per i lavoratori) per disoccupati, oltre che per aggiornamento professionalità e corsi di specializzazione per saldatori esperti. «A seconda delle specializzazioni e del settore si va dai 1800 ai 2500 euro al mese, con punte anche fino ai 3000 euro per le figure con 20/25 anni di esperienza e abilità al top», dichiara Anna Maria Salvador. «Ma si fa fatica ogni anno a trovare candidati per i corsi. La domanda di saldatori da parte delle imprese è forte, a partire dai settori carpenteria e tubazioni, anche perché oggi sono sempre più numerosi quelli di origine straniera che non di rado lasciano il lavoro nelle nostre aziende per spostarsi in altri paesi europei dove le paghe sono più alte, come Belgio, Francia e Germania».
Esperienza condivisa dalla scuola di orientamento e formazione professionale Enac Veneto, che collabora con la Scuola di Saldatura di Caldogno. «La richiesta di saldatori è continua da parte delle aziende del territorio, che a volte richiedono anche più di una figura», commenta Serena Sgrosso della sede Enac di Schio. «Purtroppo è molto difficile riuscire a reperire persone interessate a fare corsi in questo ambito, anche se divulghiamo il più possibile le novità formative attraverso i centri per l’impiego, internet, le scuole tecnico-professionali del territorio di Schio e Thiene, locandine nei bar. In genere riusciamo a farne un corso all’anno rivolto a persone disoccupate, sia under che over 30, con circa una decina di iscritti per la maggior parte di origine straniera».
Del resto, che sia piuttosto complicato attrarre saldatori giovani lo conferma anche Borriero: «I tempi della formazione per questo tipo di personale sono lunghi perché c’è un grande lavoro da fare sulle competenze metallurgiche e di processo». Borriero si dice comunque fiducioso: «Il ricambio generazionale nelle aziende, via via che i saldatori di lunga esperienza vanno in pensione, comporta oggi l’esigenza di trovare nuove figure in grado di conoscere e gestire più processi sempre più robotizzati, di essere in grado di interpretare un disegno tecnico, di conoscere nuovi materiali. E questo, accompagnato al fatto che le retribuzioni sono interessanti, a una certa parte di giovani può piacere».
