di Federico Piazza

Una piccola azienda dell’Alto Vicentino si sta rivelando pioniera dell’innovazione digitale nel settore musicale. La Onlytech Industries di Thiene, nata nel 2021, è infatti titolare di Onlymusix, una delle prime piattaforme on line in Europa che permette agli artisti di creare e vendere NFT (Non-Fungible Token), cioè certificati digitali su blockchain di proprietà ed autenticità relativi a opere ed eventi musicali.
L’idea è nata nel 2020 durante il primo anno del Covid, quando i lockdown avevano bloccato i concerti dal vivo. Come aiutare i musicisti e tutto il settore degli eventi a sopravvivere? La domanda se l’erano posta Antonino Abbate, Silvia Bertelli e i loro collaboratori di The I, azienda di Thiene specializzata in sviluppo di programmi in logica DevOps per la sicurezza informatica, accomunati dalla passione per la musica.
La risposta l’hanno trovata nei sistemi di blockchain, tecnologie oggi ancora sconosciute ai più. Ma che, per motivi professionali e per curiosità personale, gli informatici e gli esperti di mercato musicale di The I stavano approfondendo. Così nel 2021 sono nati Onlytech Industries e la piattaforma Onlymusix, che oggi è utilizzata come marketplace NFT da numerosi artisti in Italia e all’estero.
La quadra in due anni è cresciuta a quasi quindici professionisti, tutti italiani, specializzati in tecnologie per il Web3. E non solo per il settore musicale. Le applicazioni dei sistemi di blockchain si estendono infatti anche al manifatturiero e all’alimentare. Diversi sono gli ambiti che possono essere interessati. «A seconda delle diverse esigenze e priorità che le aziende possono avere, si va dalla lotta alla contraffazione e tutela del made in Italy al coinvolgimento dei clienti in logica brand community sino alla tracciabilità di filiera e registrazione dei dati energetici in chiave di sostenibilità ambientale, sociale ed economica», nota Silvia Bertelli, laurea in psicologia, esperienza in web marketing per aziende di design e grande interesse per le tecnologie digitali.
La blockchain (catena di blocchi) è un paradigma tecnologico che permette di sviluppare e aggiornare un registro condiviso, decentralizzato e immutabile di validazione di dati criptati tra gli utenti di una rete informatica. Il termine è spesso associato alle criptovalute, come i bitcoin. Con relativa nomea poco positiva per la stragrande maggioranza di persone che nulla o poco sanno di blockchain e di criptovalute. Ma è in corso una crescita, seppure ancora di nicchia, degli investimenti in queste tecnologie in settori che nulla hanno a che fare con le criptovalute. Nel 2022 in Italia sono stati infatti investiti 42 milioni di euro, +50% rispetto al 2021, secondo l’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger della School of Management del Politecnico di Milano (che a fine gennaio 2024 pubblicherà analisi aggiornata al 2023). Non solo banche e finanza (33% del totale nel 2022), ma anche retail e moda (23%), auto (10%), alimentare, metalli preziosi.

«Il settore musicale è uno dei campi di più diretta applicazione della blockchain, che permette agli artisti di essere completamente indipendenti senza intermediari come la piattaforma di streaming o la casa discografica», spiega Antonino Abbate, fondatore e amministratore di The I e Onlytech Industries, laurea in informatica e anni di esperienza in Italia e all’estero nel settore delle telecomunicazioni e dei servizi di ticketing per eventi. «Lo streaming non è remunerativo per la maggior parte degli artisti, perché solo il 2/3% al top guadagna con questo canale. Mentre la remunerazione dell’artista è più alta con gli NFT, che certificano la proprietà di ciò che si registra e quindi i diritti d’autore e i diritti connessi, e possono essere trasferibili. Inoltre si può monetizzare su prodotti connessi come accessi esclusivi e altri vantaggi extra correlati, sviluppare la community con i fan che possono diventare finanziatori dell’artista, combattere il bagarinaggio, e molto altro».

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia