RICEVIAMO e PUBBLICHIAMO. “Esigiamo le zone di salvaguardia subito perchè i controlli, è evidente, non funzionano.” Questo è diventato il mantra del Comitato Tuteliamo la Salute, soprattutto dopo che la settimana scorsa si sono concluse le indagini preliminari per i reati di inquinamento ambientale e omessa bonifica legati alla Pedemontana Veneta. Un disastro ambientale di nuovo causato da Pfas, questa volta conseguente all’utilizzo criminale di additivi riferibili all’accelerazione della presa dei calcestruzzi. 12 gli indagati come riportato da numerosi mezzi di stampa. Nel verbale della Regione Veneto dello scorso 17 giugno, si legge che sono stati chiusi 8 pozzi di Caldogno a servizio dell’acquedotto padovano per una quantità di concentrazione di PFAS oltre il limite. Un inquinamento causato da una sostanza indistruttibile che ha iniziato a contaminare l’acquifero più grande dell’Europa Occidentale.
Da fine gennaio il Comitato Tuteliamo la Salute non smette di informare, parlare, scrivere. Studiato e sviscerato il nuovo progetto presentato da Silva Srl a Montecchio Precalcino e non ancora approvato, negli ultimi mesi il Comitato ha continuato a tuonare che verifiche e controlli (ARPAV può contare su sempre meno dipendenti) non bastano e non tutelano la cittadinanza: servono subito norme più stringenti e rispettose per il nostro martoriato territorio, che non si merita nuovi progetti industriali (tanto meno nuove industrie insalubri di prima classe) che possano metterne a repentaglio la salute. Il Comitato ha continuato a tuonare che non si può correre il rischio di una Miteni-bis, che il pericolo pfas impone consapevolezza e attenzioni senza precedenti, che la tutela dell’acqua deve precedere qualsiasi idea di sviluppo o pseudo-sviluppo.
Urgono quanto prima le zone di salvaguardia, dopo quest’ultimo caso che cosa deve ancora succedere affinché le zone di ricarica della falda possano venire salvaguardate adeguatamente? Le zone di salvaguardia sono state individuate e votate il 12 agosto scorso, dai sindaci del comuni del consorzio di bacino ATO Bacchiglione. Ora manca solo l’approvazione della Regione, chiediamo con forza che gli uffici regionali e poi la giunta rendano legge quello che già dovrebbe essere tale già da anni, l’acqua è da sempre una risorsa essenziale e unica per il nostro territorio così fragile.
Ai timori per progetti futuri, ora ci sovrasta un incubo già presente. Montecchio Precalcino, paese più escavato del Veneto, vanta ora anche 2 discariche (Terraglioni Egi-Zanotto e Cavedagnona-Segnafreddo) che hanno visto arrivare fino gli inizi del 2024 rocce contaminate da pfba (appartenenti alla famiglia dei temutissimi PFAS), il tutto vicino a falde acquifere e aree agricole. Si dice che l’acqua dell’acquedotto è potabile, ma non sappiamo se siano stati rinvenuti PFAS e con che valori. E i pozzi artesiani di Dueville? Chi li sta controllando? Continuiamo a ripeterlo: avere cura viene prima di curare. Cercasi politici e tecnici, dotati di consapevolezza e lungimiranza, che abbiano a cuore il loro territorio.
Comitato Tuteliamo la Salute
