Il “virus suicida” ha compito ancora. Poco dopo la fine di una cena, insieme ai suoi colleghi, un agente di Polizia di Stato di Siracusa si è tolto la vita. Il poliziotto, è stato trovato impiccato. Anche questa, come tante altre tragedie resta senza alcuna spiegazione. Il Segretario Generale del Libero Sindacato di Polizia LI.SI.PO. Antonio de Lieto ha dichiarato: “Il LI.SI.PO. tutto si unisce all’immenso dolore della famiglia del poliziotto che si è tolto la vita. Purtroppo amaramente siamo costretti a registrare che il “virus suicida” nella Polizia di Stato miete sempre vittime. Il LI.SI.PO. ha sempre chiesto ai vertici del Ministero dell’Interno un pool di psicologi a stretto contatto con gli operati di Polizia, in modo tale, da intervenire per tempo su qualsiasi situazione sospetta che l’appartenente alla Polizia di Stato sta vivendo, assicurando allo stesso modo il necessario supporto al fine di evitare il verificarsi di qualsiasi atto drammatico. Ad oggi a giudizio del LI.SI.PO. – ha continuato de Lieto – nulla è cambiato, ed il numero dei suicidi nelle file della Polizia di Stato sale sempre più in alto. Il tempo dei tavoli tecnici e delle mega riunioni è abbondantemente superato. La testardaggine dei “padroni del vapore” – ha parere del LI.SI.PO. – è fallimentare come dimostrano i tanti suicidi di operatori di Polizia che si sono tolto la vita. E’ indispensabile – ha concluso il leader del LI.SI.PO. – voltare pagina tenuto conto che la strategia di contrasto al “virus suicidi” fin qui attuata dai vertici della Polizia di Stato, non assortito l’effetto sperato, il LI.SI.PO. auspica che il nuovo ministro dell’interno adotti i giusti provvedimenti finalizzati a debellare questa “strage senza fine” nella Polizia di Stato. Sono tante le Mamme, le mogli e figli che piangono i tanti poliziotti che si sono suicidati”.

“E’ una notizia inquietante, che sconvolge tutti noi”, dichiara Donato Capece, segretario generale del SAPPE, che ricorda come quello dei poliziotti penitenziari suicidi è un dramma che va avanti da tempo senza segnali di attenzione da parte del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Dall’inizio dell’anno quattro sono stati i poliziotti suicidi, tre dei quali in Sicilia.
Premesso che allo stato sono in corso accertamenti sulle ragioni del tragico gesto, il SAPPE rileva come “i poliziotti penitenziari sono lasciati abbandonati a loro stessi, mentre invece avrebbe bisogno evidentemente di uno strumento di aiuto e di sostegno. Lo scorso anno 2021 sono stati 5 i poliziotti penitenziari che si sono tolti la vita, 6 furono nel 2020 ed erano stati 11 nel 2019”.

Soluzioni concrete per contrastare il disagio lavorativo dei poliziotti penitenziari

Numeri sconvolgenti, per Capece che aggiunge: “Ministero della Giustizia e Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria non possono continuare a tergiversare su questa drammatica realtà. Servono soluzioni concrete per il contrasto del disagio lavorativo del Personale di Polizia Penitenziaria.

Servono medici e psicologi della Polizia Penitenziaria

Come anche hanno evidenziato autorevoli esperti del settore, è necessario strutturare un’apposita direzione medica della Polizia Penitenziaria, composta da medici e da psicologi impegnati a tutelare e promuovere la salute di tutti i dipendenti dell’Amministrazione Penitenziaria”, conclude Capece.
“Qui servono azioni concrete e non le chiacchiere ministeriali e dipartimentali che su tutte queste tragedie non ha fatto e non fa nulla: è vergognoso e inaccettabile!”.

Fonte ufficio stampa Sappe

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