“Se ogni persona che lavora versasse 10 euro al mese la gestione quotidiana di un disabile non sarebbe un problema”.

Una proposta concreta all’assessore regionale a Sanità e Sociale del Veneto arriva dalla Fondazione Gaspari Bressan di Isola Vicentina, i cui vertici hanno inviato una lettera a Manuela Lanzarin spiegando che, così come strutturato oggi, il fondo veneto per la non autosufficienza non reggerà a lungo.

“Il sostegno economico dedicato alla non autosufficienza è di quasi di due miliardi – spiega il presidente della fondazione Alberto Leoni, ex direttore ai Servizi Sociali della Ulss 4 – Ma riuscirà questo welfare pubblico a reggere a bisogni crescenti e quindi a costi crescenti?”

Secondo la fondazione dell’Alto Vicentino questo sistema non sarà sufficiente per il prossimo futuro ed è necessario trovare un sistema alternativo, mettendo ulteriormente mano ai portafogli dei privati per sostenere il sistema pubblico. Questo soprattutto considerando che negli anni è venuta meno la tradizionale forma di sostegno sociale, la solidarietà tra generazione e oggi, per la prima volta, si assiste ad un ‘individualismo economico’ dilagante.  Ognuno pensa (o è costretto) a pensare per sé insomma, ma questo comporta maggiori costi per chi ha bisogno assistenza e minori servizi.

“Diventa quindi essenziale oggi ripensare alla questione della sostenibilità economica nel medio e nel lungo periodo – continua Alberto Leoni – La proposta più adeguata ‘culturalmente’, per stabilizzare la rete dei servizi per la non autosufficienza, rimane quella della mutualità. Ovvero della implementazione, anche da parte della comunità civile, del Fondo per la Non Autosufficienza. Si tratterebbe di creare un fondo che potremmo definire ‘ausiliario per le cure a lungo termine’. La sua alimentazione potrebbe avvenire in vari modi, ma comunque includerebbe un contributo mensile individuale da quantificare”.

Il che si traduce nell’utilizzo di quota parte dei piani di welfare aziendale già esistenti. O di un contributo da parte dei lavoratori e delle aziende. Secondo Leoni e i dirigenti della Fondazione Gaspari Bressan, “Se si ipotizzassero 10 euro al mese esentasse di cui il 50% a carico delle imprese ed il restante 50%, cioè 5 euro al mese a carico dei lavoratori, esteso anche ai singoli professionisti iscritti agli Ordini, tramite le rispettive casse previdenziali, ai lavoratori autonomi singoli, ai dipendenti pubblici (devolvendo a questo scopo la quota assistenziale già oggi versata, anche dallo Stato e dagli altri Enti Pubblici), in Veneto una possibile stima, peraltro ‘contenuta’, del gettito prodotto (sono circa 2 milioni e 200mila i Veneti in condizioni attive), andrebbe dai 200 ai 250 milioni di euro (il fondo regionale è di 750 milioni). O potrebbe essere alimentato dallo spostamento di una impercettibile percentuale della quota dello 0,30% che ogni azienda già versa, attraverso l’Inps, ai vari fondi per la formazione professionale, cifra che potrebbe risultare estremamente consistente. Oppure, infine, si potrebbero reperire i soldi dallo spostamento di quote, definite e costanti, già presenti nei budget sociali dalle Fondazioni bancarie e da quelle a vocazione solidaristica. Con sacrifici relativi e in parte già sostenuti dal sistema sociale, i benefici che ne deriverebbero sono facilmente immaginabili: riduzione della retta in residenza protetta, aumento del contributo per l’assistenza a domicilio, retta agevolata per la frequenza ad un Centro Diurno o per inserimenti temporanei di sollievo in struttura protetta. La raccolta delle risorse e la gestione di tale fondo, effettuata a titolo gratuito, in costante collegamento e coerente con le regole di quello Regionale, dovrebbe essere affidata agli stessi rappresentanti di coloro che concorrono alla sua formazione. Con periodicità tale fondo darà pubblicamente conto dell’utilizzo di quanto raccolto”.

Nota di Redazione

A fronte di tutto questo rimane un legittimo quesito: a fronte dei tagli e delle riduzioni di spesa a cui sono sottoposte costantemente le Ulss venete, dove vanno a finire i soldi che costantemente gli utenti versano in tasse?

A.B.

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