di Antonio De Palma, Presidente del Nursing Up

I pronto soccorso degli ospedali italiani sono diventati vere e proprie trincee: solo nel primo trimestre del 2021 si contano centinaia di fughe volontarie di infermieri dai presidi sanitari di pronto intervento. Operatori che, da una parte, stanchi e logorati da una professione che giorno dopo giorno non li ripaga più decidono, nella migliore delle ipotesi, di cambiare reparto per alleggerire il peso di uno stress che è diventato come un macigno insostenibile da sopportare. Nei casi peggiori, addirittura si sceglie di cambiare vita, di abbandonare la sanità, optando per le dimissioni volontarie.

Ma non sono solo i due anni di una pandemia che ha messo a nudo “le voragini” di un sistema sempre più claudicante, a pesare sulla nostra professione.

Non è solo la mancata valorizzazione legata ad uno stipendio tra i più bassi d’Europa, perché siamo i terzultimi in graduatoria con la triste media di 1400 euro al mese.

C’è qualcos’altro che da mesi, unito allo stress della quotidianità, alla carenza di personale, non fa altro che fomentare una pericolosa disaffezione nei confronti di una professione che al contrario andrebbe sostenuta, nobilitata a 360 gradi, per tutto quello che gli infermieri, con la loro preparazione, possono dare ad un mondo sanitario italiano che va ripensato. 

E ci riferiamo alla mancanza della minima sicurezza contro i fenomeni delle aggressioni nei luoghi di lavoro.

Mettiamoci ad esempio nei panni delle nostre donne, delle nostre infermiere, madri e mogli, che devono tornare a casa, dai figli e dal marito, con ecchimosi, occhi tumefatti o, nella peggiore delle ipotesi, vere e proprie fratture. Proviamo a immaginare la paura, l’angoscia, il terrore: non si tratta solo dei segni e delle cicatrici sul corpo, ma anche dei ricordi indelebili che segneranno per sempre l’esistenza di persone prima ancora che operatori sanitari. E allora, nei delicati giorni della trattativa contrattuale, urliamo ancora una volta a gran voce il nostro dissenso, la nostra indignazione. Tutto questo deve finire!

 

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