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Imprenditori e la crisi che uccide: ‘Bisogna chiedere aiuto’

15“Ciao, come stai?”. Così ha esordito la signora con la quale ho avuto un incontro di lavoro la scorsa settimana.

Per capire il valore di quel saluto, devo tornare ai primi gironi di dicembre quando un amico dicendomi che una sua collega imprenditrice era in grande difficoltà economica, mi ha chiesto se potessi in qualche modo dargli dei consigli.

La storia non è semplice ed è purtroppo una delle tante che gli imprenditori molto spesso sono costretti ad affrontare e per pudore lo fanno senza chiedere aiuto.

All’incontro ci siamo andati io ed un amico avvocato per capire come, tecnicamente si sarebbe potuta affrontare la situazione.

Lei, imprenditrice che dieci anni fa ha dovuto prendere in mano le redini dell’azienda dopo la scomparsa prematura del marito, non nasconde la sua fragilità. Il racconto del percorso che l’ha portata a chiedere aiuto è interrotto dalle lacrime, dal timore di incrociare lo sguardo di qualcuno che l’accusasse di non avergli pagato dei lavori, la vergogna di trovarsi in quella situazione difficile.

Lavora da sola, negli scorsi anni ha perso il capannone che con sacrifici aveva acquistato in passato. Vive con la pensione di reversibilità del marito, poco più di 500 euro, trecento dei quali ogni mese gli servono per pagare l’affitto dell’appartamento dove vive.

Chiede aiuto perché ha paura di fallire, di trovarsi nella spirale di chi per colpa della crisi economica rischia di ritrovarsi “marchiato” a vita per colpe non del tutto sue.

Manca solamente un anno all’agognata pensione minima, ma come arrivarci?

Abbiamo trascorso più di un’ora con lei. L’avvocato le ha tracciato delle soluzioni che la legge permette di intraprendere con serenità, un percorso che le permetta di affrontare passo dopo passo questo momento difficile. Sono passaggi tecnici che per poterli comprendere necessitano di collaborazione fra il legale ed il commercialista che sta seguendo la sua situazione.

Io, le porto l’esempio di chi ha affrontato le sue stesse difficoltà, con pesi e carichi diversi, ma che grazie alla forza di parlarne è riuscito in qualche modo ad affrontare il percorso che porta a ritrovare sé stessi.

Al termine di questo primo incontro ci lasciamo con lei che è provata, ma con un piccolo spiraglio di speranza in più.

Salito in macchina, ho preso il telefono e ho chiamato Emilia Laugelli, con la quale in passato avevamo collaborato per promuovere il servizio InOltre che aiuta le persone che si sentono sole e hanno la necessità di trovare chi le aiuta a superare i momenti difficili legati a svariate situazioni. Le racconto dell’incontro, ci accordiamo che avrei proposto alla signora dell’incontro di mettersi in contatto con il numero verde.

Faccio pervenire il messaggio e fino alla settimana scorsa, ho mantenuto discretamente il contatto con l’amico che ci ha fatto conoscere per capire se le cose stessero migliorando.

Arriviamo allo scorso venerdì, quando scendo dalla macchina e mi sento un caloroso:” Ciao, come stai?”. “Sai – prosegue – ho chiamato il numero che mi hai dato, mi sono incontrata più volte con Giulia, la devo chiamare la prossima settimana per aggiornarla perché mi sento meglio e dobbiamo decidere come proseguire”.

Abbiamo parlato di come la procedura individuata per superare la situazione di difficoltà stia andando avanti, mi parla di un paio di idee che ha avuto per poter raggiungere la pensione sfruttando la sua esperienza; parla di futuro. Mi ha salutato al termine dell’incontro con un sorriso che mi ha ripagato con una moneta che non esiste materialmente e che ha un valore enorme.

Non è una storia inventata, è il racconto di una persona che ha avuto la forza di chiedere aiuto. Di chi nonostante il pudore e la vergogna ha avuto la forza di chiamare il numero del centro InOltre dove ha trovato Giulia, una persona, che l’ha aiutata ad intraprendere un percorso che non sarà probabilmente breve. Probabilmente necessiterà anche di altri supporti, ma è stata aiutata ad

emergere dalla sabbia che la stava soffocando per prendere fiato e ripartire con la consapevolezza di non essere sola.

A.N.