Se si è arrivati così velocemente ad un vaccino al Covid-19 è anche e soprattutto grazie al lavoro del mondo della ricerca e delle imprese private più vitali, dinamiche e ingegnose. Una vittoria della società libera, aperta e plurale che genera innovazione e sviluppo tramite la cooperazione e la condivisione delle informazioni e delle risorse a livello planetario. La medaglia ha sempre due facce. Fra qualche anno mi auguro troveremo nei libri di storia l’anno 2020 non solo per il drammatico impatto del Covid-19 in termini di sofferenza, senso di smarrimento e per il vasto sacrificio di vite umane, ma perché sarà stato anche l’anno di svolta per l’umanità. L’inizio di un’era nella quale il mondo, rileggendo l’esperienza vissuta, prende definitivamente coscienza della sua complessa interdipendenza e del bisogno di ripensare i propri equilibri (economici, geopolitici, ambientali).

L’anno nel quale ci si rende conto della necessità di superare il concetto di Stato Nazione novecentesco a vantaggio di istituzioni più consone ad una società libera, a forme di governo più decentrate e vicine ai cittadini da un lato e più democratizzate e sovranazionali dall’altro. Più leggere e meno invasive rispetto alla sfera economica e alle libertà individuali e più attente alla giustizia e quindi più efficienti ed efficaci nel difendere i diritti degli individui, dei popoli e delle future generazioni. Un periodo di ricostruzione ha bisogno però di “costruttori” e ognuno dovrà fare la parte propria.
Se così non fosse, leggeremo probabilmente un libro di storia ricco di rimorsi e di occasioni perdute. Ovviamente, in tal caso, solo se saremo sopravvissuti ad una seconda pandemia.
Marco Sandonà, ex sindaco di Caltrano
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