Medici ‘a gettone’, Anac sollecita l’intervento del ministro alla Salute. Andrea Filippi, segretario nazionale Fp Cgil medici e dirigenti Ssn, è intervenuto sul tema ai microfoni della trasmissione ‘L’Italia s’è desta’ condotta da Gianluca Fabi e Emanuela Valente. “Per noi- dice Filippi- è molto importante che finalmente si accendano i riflettori su una situazione così grave. Dal 2018 denunciamo la carenza dei medici nei pronto soccorso. Trovarono toppe inutili che non portarono a nulla. Andavano riviste le retribuzioni dei medici dei pronto soccorso, andava reso più attrattivo il lavoro nei pronto soccorso, e adesso ci troviamo in questa situazione perché l’hanno voluta costruire. Bisogna rivedere i posti letto negli ospedali, dare la possibilità di assistere le persone in modo dignitoso, evidentemente a qualcuno fa comodo usare i medici a gettone perché non vogliono trovare soluzioni strutturali”. “Noi oggi- conclude Filippi- abbiamo ancora una mannaia che si chiama tetto di spesa per il personale, per cui non si può spendere più di quello che è stabilito, però si possono fare trucchetti manageriali mettendoli su un altro bilancio. Bisogna sbloccare il tetto di spesa per il personale, per fare contratti più dignitosi per chi lavora nei pronto soccorso. A qualcuno deve far comodo questo sistema di smantellamento del SSN, forse al privato”.

Le richieste al Governo del Presidente dell’ANAC, Giuseppe Busia, in merito ai costi per il Servizio Sanitario Nazionale  per l’utilizzo dei cosiddetti medici a gettone, conferma di fatto l’istituzionalizzazione della somministrazione di “mano d’opera” in ambito sanitario !”,  così Pina Onotri, Segretario Generale Sindacato SMI sulla lettera dell’ Autorità Nazionale Anticorruzione al Ministro della Salute Orazio Schillaci.

“Ci chiediamo quanto è costata l’esternalizzazione dei servizi sanitari allo Stato. Con le stesse risorse si potevano allineare  gli stipendi dei medici  italiani a quelli del resto d’Europa ed evitare la grande fuga dal SSN. Si poteva dire basta una volta per tutte al blocco delle assunzioni a tempo indeterminato. Con i fondi per i medici a gettone si poteva efficientare la sanità pubblica che sta diventando sempre più povera per  i poveri, considerando che i cittadini paganti, per le lunghissime liste di attesa si  stanno rivolgendo, sempre più,  a  strutture private”. Si legge nella nota del Sindacato Medici Italiani (SMI), che prosegue: ” Siamo dinanzi a sempre meno risorse dalla finanza pubblica e  a meno introiti dai ticket sanitari. Per questo che l’AnacC offrendosi di individuare prezzi di riferimento, di fatto  legittima una scelta da parte delle regioni e delle aziende che legittima non è. La riduzione costante  delle risorse per sanità in questi anni  è stata solo fronteggiata con la rimodulazione o l’introduzione di nuovi tetti di spesa, con la parziale riorganizzazione della rete ospedaliera e un diverso sistema di acquisto e gestione dei beni e dei servizi in ambito sanitario, ma senza incrementare le assunzioni. Tocca abolire  i tetti di spesa in merito all’assunzione di personale”.

“Sarebbe interessante sapere  dal Ministro della Salute   – conclude il sindacato – quanto si è risparmiato con il blocco delle assunzioni a tempo indeterminato e quanto invece è stato speso in acquisto di beni e servizi, alla luce del rapporto Agenas di ottobre 2022   che ravvede una grave carenza nel Paese di medici di medicina generale,  che  risultano inferiori rispetto alle medie EU e non omogeneamente distribuiti sul territorio, risultando mancanti nelle aree a bassa densità abitativa o caratterizzate da condizioni  geografiche disagiate e di una mancanza considerevole di medici ospedalieri e specialisti ambulatoriali . Non ci arrendiamo a questa  deriva privatistica  e difenderemo  la  sanità pubblica che deve essere  accessibile ed universale”.

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