Gentile redazione,
ho letto l’articolo sulla festa in casa di Rotzo , mandata in fumo dall’arrivo delle forze dell’ordine, avvisate dai vicini di casa. Sulla vostra pagina facebook, ho letto una sfilza di commenti che rasentano l’insulto nei confronti di chi è stato addirittura definito ‘spione’. Mi chiedo: dove siamo arrivati? Io vedo strani movimenti in casa dei miei vicini e devo girarmi dall’altra parte? Io vedo che un marito picchia la moglie per strada e non devo intervenire? Mi chiedo ancora: io vedo che qualche commerciante non fa lo scontrino mentre io li batto puntualmente e non devo avvisare la guardia di finanza? Io vedo un padrone che picchia il suo cane e non devo chiamare l’Enpa? Non lo devo fare perchè rischio di passare per ‘infame’? Una società civile è questa in cui chi non rispetta le regole appare come un ‘grande’ e chi denuncia con senso di civiltà passa per ‘pezzo di m.’? Per quale motivo i miei figli adolescenti la sera stanno a casa rispettando le regole imposte e invece, quei ragazzi avevano il diritto di fare festa nonostante le disposizioni del dpcm? Le regole sono regole e non dobbiamo essere noi cittadini a dire quali si rispettano o no. Anche i miei figli si ribellano al fatto che non possono fare riunioni serali con gli amici, dato che non facciamo più venire a casa la comitiva con cui si intrattenevano prima del dpcm. A noi genitori non importa se si condivida o meno: è una regola e in quanto tale va rispettata. Alla fine che cosa stiamo chiedendo di così drammatico ai nostri figli? Ma ce li ricordiamo i nostri tempi, quando con la pannocchia facevamo una bambola e immaginavamo scenari con la fantasia pur di divertirci? I miei figli, come i loro coetanei hanno veramente tutto: motorini, bici costose, abiti firmati, zainetti alla moda. Piuttosto ci priviamo noi genitori per accontentare loro. Sono figli del benessere, a 20 anni conoscono già i ristoranti stellati mentre io la prima pizza al ristorante l’ho mangiata da adulta con mio marito. C’è un dpcm, non c’è da crearsi il problema se si condivide o no, sono regole ed è educazione fare capire ai ragazzi che in questo momento devono fare dei sacrifici. Forse hanno fatto questo ragionamento quei vicini di casa che sono stati definiti dai vostri lettori ‘infami’, ‘spioni’ e chi ne ha più ne metta. Avreste dovuto cancellare quei commenti perchè sono veramente ignobili. Ed ho notato che ci mettono pure nome e cognome. Io non mi vergogno di rispettare le regole e ne ho le scatole piene di chi considera una specie di ‘sfigato’ chi lo fa per educazione e senso civico. I nostri ragazzi hanno in casa tv, pc e tutta la tecnologia necessaria per intrattenersi la sera, senza avere bisogno di fare festa. Ripeto, è questione di qualche mese, non farà del male ai nostri figli rinunciare a fare quello che vogliono per un pò. Il mio pensiero preoccupato, piuttosto lo esprimo nei confronti di tutti quegli imprenditori e commercianti, tutto il mondo produttivo che per colpa di questa pandemia è fermo e sta pagando veramente. Non mi fanno tenerezza i ragazzi di Rotzo per una festa mandata in fumo dai vigili, anzi, peccato che non abbiano fatto la multa come è accaduto in altre zone per la stessa inosservanza delle regole.
Maria Laura dall’Altopiano di Asiago
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