RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

A Montecchio Maggiore in questi giorni la Pro Loco raccoglie ricordi, emozioni, documenti della mitica Vacamora, poi ferrovie-tramvie Vicenza-Valdagno-Recoaro e Vicenza-Arzignano-Chiampo, che per un secolo contribuì alla vita di quelle valli. Montecchio Maggiore con le sue quattro fermate ad Alte, S.Pietro, Duomo e S.Vitale fu il centro di quel sistema e ancor oggi, suo malgrado pure se inespresso, è lo snodo di un nuovo ma più insidioso complesso viario.

Montecchio Maggiore è interessato dall’ingresso alla Pedemontana, di cui recentemente è stato inaugurato il tratto Breganze-Bassano del Grappa. E allora benvenuta la mostra della Vacamora, tanto folclore, ma senza impegno o almeno un ammonimento. La nuova arteria fra le altre ridurrà i tempi tra Bassano e Vicenza e formerà sistema con le autostrade A31 e A4 e cioè Nord-Sud, Est-Ovest e Vicenza con Montecchio, al centro del sistema viario del Nordest.

Rivoluzionaria soluzione viaria per percorrenza, riduzione dei tempi, per i collegamenti, per la liberazione dal traffico, insomma quanto di meglio si possa desiderare per una provincia anzi una regione, così attiva e intraprendente.

Per Bassano “un’opera fondamentale” che la fa diventare “protagonista degli assi viari del Veneto”. Insomma nella logica del trasporto su gomma, inaugurata da oltre mezzo secolo, l’asfalto è una miniera d’oro.

Poco importa la sottrazione di suoli, la deviazione dei corsi d’acqua, lo sconvolgimento dell’assetto dei terreni; importa velocizzare la produzione, la commercializzazione, lo scambio, il trasferimento delle merci. Largo alle strade dunque, vi devono marciare veicoli di ogni tipo e carico, se vogliamo stare al passo coi tempi.

Ma il traffico veicolare che ha invaso anche le aree più protette come gli abitati, si porta dietro pericoli e incertezze. Dall’incidente con conseguenze anche gravi per le persone, ai ritardi che dilatano a dismisura i tempi, all’inquinamento dell’aria, che secondo l’agenzia europea dell’ambiente fa più morti del Covid. L’auto per le persone e il trasporto delle merci sono ormai insostituibili e semmai vanno incrementate le strade per non bloccare il traffico in costante aumento.

Ma c’è un limite? Intanto stendiamo altro asfalto, per il resto si vedrà. Eppure sì, il sistema potrebbe migliorare, riducendo i rischi e i danni. Riprendendo la rete ferroviaria, smantellata giusto quarant’anni fa e che faceva della provincia di Vicenza un modello per i trasporti.

La ferrovia potrebbe essere ampliata sul piano regionale formando la metropolitana più grande d’Europa sollevando dal traffico veicolare privato periferie e centri storici. Il binario per i pendolari, il binario per le merci, con risparmio di tempo e denaro e con maggior sicurezza per tutti. Di asfalto ne abbiamo fin troppo e ancora non basta, anzi non basterà mai. Solo il binario ci salverà.

Giovanni Bertacche, Vicenza

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