Caltrano con i suoi 2534 abitanti si adagia ai piedi dell’Altopiano di Asiago ed è caratterizzato a sud dal profondo solco ove scorre il torrente Astico.

La storia di Caltrano parte certamente in epoca antichissima, certamente ai tempi di romani vi era un abitato del quale si ha conferma anche grazie ad un ritrovamento di circa un migliaio di vittoriati, moneta d’argento battuta da Roma nel periodo 221 a.C. – 170 a.C.

A conferma di tale collocazione temporale, pare che il nome del paese fosse Vicus Caletranus, da una Gens Caletrana: come per gli altri ‘castelli’ della zona, anche Caltrano molti secoli a venire  deve poi la definizione dei propri confini alla riunione del 1204 tenutasi presso il Prà della Warda a Cogollo.

In epoche più recenti, Caltrano passò dal controllo degli Scaligeri ai Visconti per finire poi, a partire dal 1404, sotto il protettorato della Repubblica di Venezia: un periodo per buona parte fiorente se si eccettuano alcune ondate di violenta carestia e pestilenza. Drammatico anche  l’incendio  che nel 1797 distrusse gran parte del paese, un evento efferato ad opera delle truppe francesi arruolate da Napoleone.

Nel 1855 invece, si ricorda il flagello del colera che colpì duramente una popolazione già povera e fortemente provata: di Caltrano poi si tornerà nuovamente a parlare durante il primo evento bellico. La posizione strategica per l’accesso all’Altopiano, di fatto fece del paese la prima linea e il crocevia di migliaia di truppe italiane ed alleate agevolate anche dallo storico ponte sull’Astico.

Nella sequenza di scatti che vi proponiamo, immagini rare e preziose che raccontano proprio di Caltrano a cavallo tra il Diciannovesimo e il secolo scorso.

In copertina Caltrano nel 1901 con il campanile incompleto e compiuto solo sino al cornicione. Proprio nel marzo di quell’anno muore l’arciprete don Giovanni Battista Stievano, promotore dell’opera. Nella prima foto sotto, datata 1874, rispettivamente il ponte vecchio appena costruito (1872) e la chiesa di Santa Maria Assunta (1868) ancora senza l’emblematico campanile: l’antica Torre delle Castellare supplisce con la cella campanaria fino al 1891 quando viene demolita.

Negli scatti a seguire la piazza di Caltrano con la chiesa e il campanile coperto di lamiera (1901): si vedono le colonnine d’entrata alla chiesa e a lato la famosa fontana chiamata ‘Jiota’. Nel 1907 il campanile alto quasi 77 metri – il sesto più alto del Veneto – è terminato grazie alla caparbia volontà del nuovo Arciprete don Giacomo Andolfatto: in primo piano la curva che sale dal ponte e che dopo il 1923 sarà il futuro Parco della Rimembranza.

Nella quarta foto Via Villa poi divenuta via Roma, la principale strada del paese: nei primi anni del ‘900 unica strada di collegamento con l’Altopiano che vide transitare nella Grande Guerra migliaia di soldati e mezzi verso il fronte. La quinta invece ritrae il Parco della Rimembranza appena costruito, ricavato dalla strada che sale dal ponte verso il paese: si noti sul fondo la fontana della ‘Jiota’ – ora diversamente collocata –  e il fascio littorio al centro sopra la cancellata a testimoniare il periodo fascista durante il quale vide la luce. Sull’opposta riva dell’Astico la strada per Chiuppano.

Le ultime due rappresentazioni fotografiche ci mostrano invece la piazza di Caltrano, dapprima in una veduta di fine Ottocento, ancora intitolata ad Umberto I: sulla destra palazzo Zuccato, ora sede della biblioteca, dietro invece si scorge Palazzo Fulicarpo, ora sede della casa di riposo. Molteplici le destinazioni attribuite nel tempo a tale edificio: prima dell’attuale utilizzo a favore degli anziani, fu canonica, sede del comune e prima ancora scuola materna. Circa quarant’anni dopo invece ecco ancora la piazza – ora Piazza Dante – con il monumento ai caduti della Grande Guerra che poi verrà posto nel Parco della Rimembranza sostituendo la fontana. Dietro si vedono le scuole elementari, ora sede del Municipio, e a fianco la nuova canonica.

Una piazza che era e rimane fulcro e centro della vita di un paese fiero ed orgoglioso, dal forte carattere identitario come lo stesso Sindaco Luca Sandonà ha appassionatamente descritto alla nostra Redazione collaborando alla ricerca storica e fotografica.

Potete partecipare alla prossima puntata scrivendo a: redazione@thieneonline.it , indicando come oggetto Rubrica “IN BIANCO E NERO”.

Saranno pubblicate solo foto ricevute via mail corredate di breve descrizione e firmate dal mittente quale responsabile dell’invio.

Marco Zorzi

Ringraziamo la Sig.ra Emilia D’Adam e il Sig. Giuseppe Vidale per la preziosa collaborazione

 

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