Si trova ricoverato all’ospedale di Nairobi in Kenia e anche il Papa prega per lui, per Christian Carlassare, originario di Piovene Rocchette, prossimo ad diventare il più giovane vescovo, colpito alle gambe e rimasto ferito in un attentato nella notte tra il 25 e il 26 aprile. È stato il direttore della sala stampa vaticana, Matteo Bruni, ad informare della sollecitudine di Francesco per il 43 enne missionario comboniano ferito ieri in un attentato in Sud Sudan, che Papa Bergoglio stesso aveva scelto lo scorso 8 marzo come vescovo per la diocesi di Rumbek, città a maggioranza dinka, una delle etnie più numerose del Paese, dove padre Carlassare era stato accolto con gioia lo scorso 16 aprile. Il comboniano originario di Piovene Rocchette, dove vivono la mamma Marcellina e il papà Pierantonio, è fuori pericolo e ora si trova in ospedale a Nairobi, capitale del Kenya, dove è stato sottoposto a trasfusione, dopo essere stato gambizzato da due uomini entrati nella sua abitazione due notti fa.

Il presidente del Sud Sudan, Salva Kiir ha chiesto alle autorità locali una rapida indagine sull’attacco che porti alla cattura dei criminali che hanno ferito padre Christian: “Le autorità non permetteranno che l’azione di pochi criminali condizionino i piani della Chiesa”, ha detto Salva Kiir.

“Perdono chi mi ha sparato”, sono state le prime parole di ieri di Carlassare, la cui ordinazione a vescovo è prevista per il giorno di Pentecoste, il prossimo 23 maggio. Il missionario ha, quindi, invitato alla preghiera non per lui, “ma per la gente di Rumbek che soffre più di me”. Padre Christian proprio poco fa da Nairobi ha mandato un altro messaggio preso in prestito da san Pietro Crisologo: “Non abbiate timore. Questa croce non è un pungiglione per me, ma per la morte. Questi chiodi non mi procurano tanto dolore, quanto imprimono più profondamente in me l’amore verso di voi”.

Sandro Pozza

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