Occhi puntati sulle elezioni regionali in Veneto dopo lo stop al terzo mandato per i presidenti di Regione. Il centrosinistra prova a capitalizzare le divisioni interne al centrodestra, ridiscutendo sui territori, i confini delle alleanze in vista del voto del prossimo autunno.
In Veneto, l’intesa tra Pd e Movimento cinque Stelle, risponde alla candidatura di Giovanni Manildo, ex sindaco di Treviso dal 2013 al 2018, noto per aver battuto alle urne il leghista Gentilini.
“L’era Zaia è finita”, ha precisato. Per poi allungare i tempi della “partita” in corso: “Sarà scelto il migliore. I tempi? Appena prima o appena dopo agosto”.
Il più quotato al momento, qualora la Lega dovesse spuntarla, è il vice di Matteo Salvini, Alberto Stefani. Mentre anche i centristi chiedono a questo punto, come fa l’Udc Antonio De Poli, di smetterla con le prove di forza individuali e di fare presto a individuare il candidato: “Ora bisogna scegliere un candidato presidente e aprire un confronto sui contenuti”.
Guardando al quadro nazionale, per ora l’unica candidatura certa nel centrodestra è quella di Francesco Acquaroli, che cerca il bis nelle Marche.
