L’occupazione del suolo pubblico comunale costerà al massimo 800 euro l’anno ai gestori degli impianti di stazione radio base (antenne ripetitori per telecomunicazione) e questo comporterà “100 mila euro in meno nel solo Comune di Schio, 500 milioni di euro in meno ai Comuni italiani e nessuno sconto nel costo della telefonia”.

La denuncia arriva ancora una volta dal sindaco di Schio Valter Orsi, che si era già rivolto a referenti istituzionali e all’Anci, senza però ottenere una risposta. In merito a quel canone che è èassato da 8mila euro l’anno a soli 800.

Nel frattempo, il Decreto-legge n. 77/2021 (convertito con modificazioni i dalla Legge n. 108 del 29/07/2021) ha introdotto la rilevante novità, aggiungendo il Comma 831-bis all’art. 1 della Legge n.160/2019.

E la novità, emersa nell’ambito della costruzione del Bilancio di Previsione 2022, riguarda il canone dovuto ai comuni per l’occupazione di suolo pubblico da parte dei gestori degli impianti di stazione radio base (antenne ripetitori per telecomunicazione) e prevede che non sia più possibile applicare tariffe specifiche per gli impianti delle telecomunicazioni mobili su aree del demanio o appartenenti al patrimonio indisponibile del Comune (Tariffa Unica – ex Super Tosap/Cosap).

In particolare, è fissato in 800 euro il canone annuo massimo per la concessione dell’occupazione del suolo pubblico, appartenente al demanio o al patrimonio indisponibile dei Comuni, rivalutato annualmente in base all’indice Istat, mentre prima della modifica di legge il canone oscillava dagli 8mila ai 10mila euro. Il comune, dunque, non potrà prevedere una regolamentazione ad hoc della Tosap/Cosap (ora Tariffa Unica) per le occupazioni, cosa che ha permesso finora di determinare la tariffa sul valore della disponibilità dell’area e in ragione della peculiarità del concessionario, ma dovrà attenersi all’importo prefissato di 800 euro.

“Ciò provocherà una riduzione delle entrate nelle casse del solo Comune di Schio di circa 100mila euro – ha spiegato il sindaco Valter Orsi – Facendo una proiezione sugli oltre 9.700 comuni italiani si può ritenere che vi sarà una minore entrata per i Comuni di almeno 500 milioni di euro. In altre parole, questa norma produce uno spostamento di circa 500 milioni di euro dalle casse dei Comuni alle casse delle Società di Telecomunicazione”.

Nessuna riduzione nel costo della telefonia 

“Qualcuno potrebbe gioire pensando che a fronte di questo ‘regalo’ le tariffe telefoniche si ridurranno ma è un sogno a occhi aperti che si scontrerà con la logica del profitto alla quale devono sottostare le società che operano sul mercato   – ha dichiarato Orsi –  Non è un sogno, invece, ma una dura realtà, il fatto che, ancora una volta, a pagare saranno i cittadini a causa della riduzione delle entrate correnti nelle casse dei comuni, ossia di quelle entrate che sono utilizzate, nelle disposizioni del bilancio pubblico, per erogare sevizi e assistenza alla persona, cultura, sport e giovani: di fatto una minor possibilità di essere vicini e a supporto della comunità amministrata”.

Saranno quindi proprio i Comuni, ai quali tutte le massime autorità dello Stato rivolgono i più preziosi appelli per essere a fianco della cittadinanza e nominati come coloro che sono in grado di fare la differenza, ad essere pesantemente penalizzati a vantaggio delle grandi Società Private di Telecomunicazioni.

“La cosa che lascia più amareggiati – ha aggiunto il primo cittadino di Schio – è che i rappresentanti politici si sono voltati dall’altra parte: nessuno ha speso una parola per segnalare questo ‘furto’ alle classe dei Comuni e il corrispondente ‘regalo’ alle Società di telecomunicazioni”.

“Voglio ringraziarli per questa operazione, portata a termine nel più assoluto silenzio – ha concluso ironicamente Orsi – Aspetto la prima occasione in cui, alla mia presenza, qualcuno di loro enfatizzi l’azione e la presenza dei Sindaci sul territorio. Avrò certamente qualcosa da dire”.

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