Anche l’Altopiano ha detto un forte no alla modifica della Costituzione. In linea con i risultati regionali e nazionali del referendum anche negli Otto Comuni ha vinto il no. I dati dell’affluenza registrano una media di votanti che si assesta intorno al 78,25 % andando dal 71,71 di Enego al picco di votanti registrato nel più piccolo tra i paesi altopianesi, Rotzo col 83,17%. I cittadini in questa parte di Veneto si sono recati in tantissimi ad esprimere la propria volontà di non cambiare la legge fondamentale dello stato, una vittoria schiacciante quella del no in Altopiano, in nessuno degli Otto Comuni la percentuale di Si è salita sopra il 35 %.

Emanuele Munari, presidente dell’Unione Montana, commenta così questo risultato: “Come presidente dell’Unione faccio fatica ad interpretare il pensiero di tutti i miei colleghi. Dal punto di vista politico abbiamo anime e storie differenti, questo ovviamente non si ripercuote poi sulla strategia comune che stiamo portando avanti per lo sviluppo del nostro territorio, ma riguardo questo risultato non saranno tutti contenti. Penso che una parte, in cui ci metto anche la mia persona, saranno soddisfatti, non tanto per Renzi o contro di lui, non voglio interpretarlo in questo modo.”.

Come si deve interpretare quindi a suo parere questo risultato?

“Con il No alla riforma si è voluto dir no ad una legge che non andava a toccare le Regioni a Statuto Speciale, come il Trentino, a noi confinante dove la differenza rispetto alla nostra Regione si percepisce chiaramente come confermano tutti i miei colleghi altopianesi; che tentava di accentrare poteri e decisioni, dietro l’insana programmatica riduzione dei senatori presentata come una panacea che risolve tutti i problemi, quando non è assolutamente così. Il risparmio sarebbe stato irrisorio. Inoltre la possibilità che decisioni riguardo certi temi, cari al nostro territorio come la sanità e quindi la presenza dell’ospedale e di altri servizi.”.

Il Presidente Munari sottolinea poi la sorpresa per il risultato delle regioni meridionali, dove ha vinto il no, mentre ci si aspettava che fossero l’ago della bilancia. In conclusione: “Non penso sia stato un voto contro Renzi ribadisco, gli riconosco grinta, dinamismo e volontà di cambiare, ma poi ha peccato di arroganza nell’accentrare questo voto su di lui.”. Un risultato che conferma come i cittadini spesso disattenti e incostanti in materia di politica e amministrazione, si smuovono se si tratta di un momento fondamentale che cambia le sorti dell’intero paese. Guardando tuttavia a qualche settimana fa, la confusione sul merito della riforma ed in generale era palpabile, ma anche se non così consapevole la volontà popolare ha vinto ed è sacrosanto rispettarla.

Giulia Rigoni

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