Mentre gli aspiranti sindaci hanno passato l’estate a costruire alleanze, Daniele Apolloni è passato già ai fatti. Sta puntando sul dialogo con i quartieri e vuole iniziare proprio dal suo, quello di San Vicenzo, per dare un cenno di quello che potrebbe essere il suo mandato, qualora venisse eletto primo cittadino.

Ridare a Thiene la dignità e la personalità di un tempo, ma soprattutto costruire rapporti extra territoriali, quelli strategici con la politica che conta e decide e che sgancia finanziamenti.

Daniele Apolloni, 60 anni, amministratore di condomini, non vuole lasciarsi alle spalle l’esperienza da parlamentare e facendo tesoro di quel periodo che lo ha segnato, vuole creare un punto di contatto, una sorta di ‘ponte’ con Roma, per dare visibilità e attenzione ad una Thiene che a suo dire è stata troppo rinchiusa nei propri confini.

“Per realizzare progetti ed avere i soldi per concretizzarli, bisogna stare in contatto con la politica che conta”. Il suo è il sogno di una grande Thiene, farla tornare ad essere quel gioiellino del nord est.

Se degli altri candidati sindaci, al momento si conosce solo informalmente il nome di Giampi Michelusi, che però non è ancora uscito allo scoperto, ancora non hanno deciso il da farsi e sono ancora in balìa di accordi sottobanco che oggi sembrano solidi e domani si sgretolano come biscotti nel latte, Apolloni è già in giro per la città e in posizione di ‘ascolto’.

“Fare il sindaco non è andare in giro a pubblicizzare questa o quella iniziativa, a scopo elettorale. Significa lavorare, spesso in silenzio, per conoscere i problemi dei cittadini e preparare un piano per risolverli. Un primo cittadino ha il compito di aprirsi la strada verso Roma e Venezia”.

L’amministratore di condomini rivela di avere già ripreso dei rapporti che potrebbero servigli ed essere strategici nel caso dovesse realizzare il suo sogno di diventare sindaco.

In questo senso Apolloni non fa differenze di bandiere: “Sarò un sindaco civico, capace di dialogare con tutte le aree politiche. La città ha bisogno di soldi, me ne sto rendendo conto. Troppi sprechi, progetti assurdi e programmi elettorali hanno divorato i pochi spiccioli contenuti nelle casse comunali. Se a questo aggiungiamo incompetenza e smania di mettersi in mostra, purtroppo si raschia il fondo del barile. Non credete a coloro che vi sparano progetti mega galattici ora, chiedetevi perché non li hanno realizzati prima. Questo è il momento di lavorare in umiltà e in silenzio”.

La coalizione di destra tace

Dopo il proclama del 4 luglio, con un comunicato stampa arrivate una sera di domenica che preannunciava l’unione di tutte le forze politiche di entro destra, è seguito il silenzio.

Se quelle poche righe della nota inviata dal commissario Andrea Cecchellero facevano apparire un blocco solido tra Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e gruppi annessi, l’unico seguito è stato il dissociarsi di Forza Italia, con alcuni esponenti della lista un tempo capeggiata dall’ex assessore al Bilancio Alberto Samperi che si sono sentiti in imbarazzo con l’attuale amministrazione, della quale fanno parte, per le parole del comunicato che auspicava il cambiamento. Nell’attuale compagine del sindaco Giovanni Casarotto infatti, siedono ancora l’attuale assessore al Bilancio Domenico Simonato ed il consigliere Umberto D’Anna. I due hanno un atteggiamento collaborativo in seno a giunta e consiglio comunale, che lascia presupporre affiatamento con l’amministrazione Casarotto. Sarà interessante capire la direzione che intraprenderanno nelle prossime settimane, quando ci sarà da decidere con chi stare per la prossima tornata amministrativa.

L’unico a fare opposizione in questi mesi è stato il consigliere di Fratelli d’Italia Christian Azzolin, il quale ha attaccato nei giorni scorsi e senza mezzi termini, l’assessora al Sociale Anna Maria Savio e il gruppo formato intorno a Giampi Michelusi con l’attuale vice sindaco Maria Gabriella Strinati.

E’ chiaro che i tre, avendo un ruolo istituzionale, che stanno svolgendo anche in piena estate senza risparmiarsi, appaiano spesso sui media. Ma questo sembra dare fastidio a chi vuole mettersi in gioco e cerca vetrine a sua volta per ‘esibirsi’ agli occhi della città. Christian Azzolin, in un primo momento, sembrava deciso a stare in secondo piano, coalizzandosi con le altre forze di centro destra. Adesso però Azzolin fa parte del partito di Giorgia Meloni, che naviga a vele spiegate e pare che in molti stiano spronando l’avvocato thienese a correre a sindaco.

Al momento ‘ormeggiato’ il presidente della Pro Loco Manuel Benetti, che aspetta rassicurazioni e conferme sulla sua candidatura. Ma in aria Lega è tutto fermo e come al solito il gruppo dell’Alto Vicentino è frammentato. C’è chi sta con Manuel Benetti, c’è chi sta con Giulia Scanavin, sponsorizzata da Attilio Schneck, e ci sarebbe addirittura una frangia disponibile a correre al fianco di Giampi Michelusi. Una confusione che è l’emblema di un partito che territorialmente non sa fare squadra, che nemmeno alle soglie di una campagna elettorale ha saputo costruire anche un piccolo gruppo omogeneo per farsi valere. E’ soprattutto la conseguenza del fatto che, in tutti questi anni, non c’è stato un vero e proprio leader capace di far crescere giovani, di fare riunioni, di sedersi attorno ad un tavolo per decidere una strategia comune e qui il rimprovero ad Attilio Schneck di aver occupato un posto tra i banchi dell’opposizione, ma di non aver saputo mettere a frutto il proprio bagaglio politico in seno ad un partito che a livello nazionale naviga in ottime acque. Paradossale se si pensa che c’è il presidente del Consiglio del Veneto Luca Zaia, che è il più amato d’Italia, per non parlare delle presenze di ministri leghisti nel governo di Mario Draghi, che godono di grande consenso.

Natalia Bandiera

Anna Bianchini

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