“In tutto l’Altopiano di Asiago, i manifesti del ‘No’ al referendum del 4 dicembre sono stati volutamente coperti con quelli del ‘Sì’”.

La denuncia arriva dal Comitato del No, che ha spiegato come nella notte tra sabato 26 e domenica 27 dicembre, ad Asiago, Rotzo, Gallio, Roana e Foza, i manifesti affissi negli spazi comunali riservati a chi grida ‘No’ al referendum proposto dal governo, siano stati ricoperti dai manifesti antagonisti.

“Il committente è il Partito Democratico (PD) – spiegano dal comitato del No – Visto che questo è accaduto in ben cinque comuni, non si può certo trattare di un errore”.

Si passa quindi all’ipotesi di atto voluto, diretto a nascondere la pubblicità al no, lasciando quindi più spazio a chi invece, al referendum ha deciso di votare ‘sì’.

“Questo gesto ci indigna profondamente – sottolineano i sostenitori del ‘no’ – E’ un atto che va contro la democrazia. Un gesto non adatto ad una campagna elettorale e ad un corretto confronto tra le varie voci, diretto anzi a sopprimere la pluralità di queste voci e a non consentire alla popolazione una corretta informazione che, anche attraverso lo strumento delle affissioni di propaganda, spazio che negli ultimi mesi, soprattutto nella fase precedente alla par condicio ma anche ora con sovraesposizione mediatica del governo sul sì,) ha già fatto fatica a trovare compiuta e paritaria espressione”.

E’ una denuncia forte quella del ‘Comitato del no’, i cui membri sottolineano: “Come questa riforma, a nostro avviso, mira a togliere sovranità agli italiani, così questo gesto toglie voce ad una parte della popolazione. Concordiamo che si tratta di gesto compiuto solo da alcuni, ma la conseguenza è rendere mute altre voci ed è inaccettabile che qualcuno si arroghi tale diritto, soprattutto se facenti capo ad un partito che si definisce democratico. Invitiamo il Partito Democratico e il comitato ‘Basta un sì’ a individuare i responsabili e a procedere con pubbliche scuse verso i cittadini che democraticamente si battono contro questa riscrittura non condivisa della Costituzione”.

A.B.

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