“Questa è sicuramente una delle richieste principali che la Lega ha fatto, siamo abbastanza ottimisti sul fatto che potremmo andarlo a guidare perché a nostro giudizio si dovrebbe aggiungere anche qualche regione del centro e del sud, perché l’autonomia è un processo di attuazione della Costituzione, proprio come era stato dichiarato anche in Aula dalla senatrice a vita Liliana Segre, che aveva detto che la Costituzione andrebbe anche attuata e non solo modificata”. Lo dice Massimiliano Romeo, capogruppo al Senato della Lega, a 24 Mattino su Radio 24.
“Noi pensiamo entrambe le cose, però sull’attuazione dell’articolo 116 comma tre della Costituzione, direi che è arrivato il momento giusto- dice Romeo- C’è un patto sancito dall’accordo di Governo, lo posso assicurare, avendo fatto parte del gruppo di lavoro che ha predisposto il centrodestra, quindi siamo assolutamente certi che si andrà in quella direzione. Speriamo davvero di riuscire in questa legislatura a dare concretezza alle numerose istanze che sono arrivate dai territori, senza dimenticare quei due referendum perché c’è stata anche l’espressione del voto popolare di Lombardia e Veneto nel 2017”.
Molti Veneti non ci credono più
Secondo l’Osservatorio sul Nord Est curato da Demos, un veneto intervistato su due pensa che Roma non concederà mai l’autonomia alla Regione. Il valore segna un aumento (+3 punti percentuali) sia rispetto al 2018 che guardando al 2017. I più ottimisti, che immaginano un Veneto autonomo entro un anno, oggi sono al minimo: 18%. Otto punti in meno rispetto al valore registrato l’anno scorso (26%) e quattro in meno se consideriamo il 22% di due anni fa. Poco più di un veneto su quattro (26%), invece, ritiene l’orizzonte sia di almeno altri 2 o 3 anni, e dal 2017 ad oggi la quota è stabile.
L’orientamento politico influenza l’aspettativa verso i tempi di realizzazione dell’autonomia? Non molto, a dire il vero. L’ottimismo che spinge a immaginare un Veneto autonomo entro un anno riguarda delle minoranze: raggiunge il 22% tra i leghisti e il 25% tra quanti sostengono i partiti minori, si ferma al 19% tra gli elettori del Pd e si attesta tra il 15 e il 16% fra chi voterebbe per il M5s e Forza Italia. Quanti immaginano l’autonomia come un obiettivo realizzabile, ma in un orizzonte complessivo di 2 o 3 anni, invece, sono in misura maggiore elettori del Pd (31%) o si collocano tra gli incerti (30%). I sostenitori di Lega (27%), Forza Italia (26%) e M5s (25%) non si discostano dal valore medio, mentre tra chi guarda ai partiti minori la quota scende al 16%.
La disillusione, però, sembra essere il sentimento più frequente e trasversale, visto che coinvolge la maggioranza (relativa o assoluta) di tutti gli elettorati. Tra i sostenitori del M5s, è il 60% a pensare che Venezia non avrà mai da Roma quanto chiede. Un valore non dissimile (59%) si osserva tra chi guarda ai partiti minori. Anche tra chi voterebbe per la Lega (51%) o per Forza Italia (52%) la maggioranza si mostra scettica sulla possibilità che la richiesta del Veneto venga soddisfatta. All’interno dell’area grigia della reticenza, invece, scendono al 48% coloro che ritengono l’autonomia non verrà mai concessa al Veneto e tra gli elettori del Pd questo orientamento appare ancora più contenuto (42%).
Se l’opinione pubblica ha ancora forti dubbi sulla reale possibilità che lo Stato conceda al Veneto l’autonomia, più chiaro sembra essere chi si sta impegnando di più per averla. Non il Pd (1%) o il M5s (1%). Non il Governo (2%) e poco (12%) la Lega. L’autonomia, se arriverà, quando arriverà, secondo “il popolo del Veneto” avrà un unico nome – e cognome. Quello del Governatore: Luca Zaia (61%).