“Il presidente della Corte costituzionale, Giuliano Amato, conferma il suo spessore di grande costituzionalista. Il confronto con la Consulta è sempre più di alto livello e il pronunciamento del presidente sull’irrinunciabilità dell’autonomia va nella direzione di quello che era già previsto dai padri costituenti del 1948. Einaudi, nel presentare la Carta, diceva che ognuno ‘dovrà avere l’autonomia che gli spetta’ e con la modifica del Titolo V si è accentuato maggiormente tale principio. Ecco, a 21 anni da quest’ultima modifica costituzionale e a 74 anni dalla promulgazione della Costituzione, i tempi sono maturi. Maturi da un punto di vista istituzionale, da un punto di vista storico e da un punto di vista culturale”. Così il presidente della Regione Veneto Luca Zaia commenta le dichiarazioni di Giuliano Amato, che in un’intervista pubblicata sull’annuario 2021 della Consulta definisce l’autonomia regionale “un tratto irrinunciabile del nostro sistema di Governo”. La dichiarazione di Amato “fa piacere perché con la sua autorevolezza conferma la bontà del nostro percorso”, continua Zaia sottolineando che il Veneto ha dato avvio al processo autonomista con il referendum del 22 ottobre 2017.
“In un momento come questo, davanti a un big bang storico, dove volenti o nolenti assisteremo a un cambiamento delle nostre vite tra guerra e inflazione galoppante, è giusto che un Paese come il nostro si interroghi, per abbracciare un modello di riforme moderne, autonomistiche. Un modello che rappresenta l’abbandono del centralismo medievale e che guarda al futuro con una visione rinascimentale”, conclude Zaia. “Ringrazio il presidente Amato per queste frasi e lo ringrazio per la visione che porta con le sue dichiarazioni. Sono convinto che i tempi per l’autonomia siano maturi, lo dimostrano sia il discorso d’insediamento del presidente Sergio Mattarella e ora le autorevoli affermazioni del presidente della Corte costituzionale”
Gelmini: ‘Pronti ad andare in Parlamento’
Ci sono spiragli per arrivare davvero a una legge quadro sull’autonomia differenziata entro la fine della legislatura? “Ci sono assolutamente. Stiamo lavorando con grande intensità con tutte le Regioni che hanno chiesto, come l’Emilia-Romagna attraverso una legge, oppure, come nel caso del Veneto e della Lombardia, attraverso un referendum, l’autonomia differenziata. La legge quadro è sostanzialmente pronta, c’è una discussione aperta nella Bicamerale degli Affari regionali. Ci auguriamo di poter andare in Parlamento con la legge quadro il prima possibile”. Parola della ministra degli Affari regionali e le autonomie, Mariastella Gelmini, che ne parla a margine oggi al Forum Monzani (Bper Banca) di Modena, dove si tiene una tappa del percorso “Italia Domani-Dialoghi sul Piano nazionale di ripresa e resilienza” in presenza d Elena Bonetti, ministra a Pari opportunità e Famiglia, del presidente della Regione Stefano Bonaccini, del sindaco Gian Carlo Muzzarelli e delle autorità locali. Se Bonaccini ha continuato a incalzare sul percorso di autonomia anche recentemente, apre dunque Gelmini interpellata arrivando a Modena: per la legge in Parlamento “è solo una questione di qualche mese, siamo in dirittura d’arrivo”. E se l’Emilia-Romagna insiste nel sostenere una richiesta di autonomia un po’ diversa da quella dei colleghi lombardo-veneti, conclude sorridendo la ministra: “Bonaccini sarà soddisfatto, credo, dalla proposta che andremo a formulare insieme”.
Bonaccini: ‘Nessuno abbia paura dell’autonomia’
L’Emilia-Romagna aspetta e confida nella legge sull’autonomia differenziata, dopo la rassicurazione sul percorso generale della ministra Mariastella Gelmini. “Spero di poter essere fiducioso- risponde quasi in diretta il presidente della Regione, Stefano Bonaccini- visto che in ballo c’è un iter che, non dovendo spaventare nessuna altra Regione, e non volendo nessuno più soldi di altri, vuole solo fare i conti con le esigenze dei territori. Se facciamo crescere ancora di più l’Emilia-Romagna, e questo vale per ogni regione, cresce di più anche e direttamente il paese”. Aggiunge Bonaccini a margine dell’incontro oggi al Forum Monzani (Bper Banca), dove si tiene una tappa del percorso “Italia Domani-Dialoghi sul Piano nazionale di ripresa e resilienza” in presenza anche di Elena Bonetti, ministra a Pari opportunità e Famiglia, e del sindaco Gian Carlo Muzzarelli tra gli altri. “Noi da subito abbiamo fatto una richiesta un po’ diversa- ricorda il presidente della Regione- da quella di Veneto e Lombardia, perché chiede più o meno la metà del totale delle richieste che hanno fatto loro. Alcune loro proposte non ci convincono, ad esempio quelle sulla scuola: per me è assurdo portare gli insegnanti ad essere dipendenti di una Regione, perché la scuola dev’essere una, unica e nazionale. Non devono esserci 20 scuole diverse”.
Più in generale, rimarca Bonaccini, “sono tra quelli che pensano che sia comprensibile che il Governo e la ministra Gelmini pensino ad una legge quadro da portare in Parlamento, prima ancora che singole intese come si era ipotizzato all’inizio. Se si coinvolge il Parlamento è meglio, dal punto di vista della garanzia a tutti di poter dire la propria ma soprattutto di poter trovare un ragionevole equilibrio, e per non spaventare nessuna regione. L’Emilia-Romagna, del resto, non ha mai chiesto residui fiscali e non ha mai chiesto un euro in più rispetto a quello che già ci arriva”. Anzi, rilancia il governatore emiliano-romagnolo, “se ci dessero persino un euro in meno, a noi andrebbe bene: l’importante è che ci lascino programmare per anni, e non ogni anno sull’anno successivo, e soprattuto che ci permettano di poter semplificare norme che, in alcuni casi, attendendo Roma, ci mettono anni per essere approvate. Se lo facessimo per questioni regionali, in Emilia-Romagna- assicura Bonaccini- ci metteremmo molto meno”.