Al limite dell’imperturbabile agli attacchi dell’opposizione, Piera Campana ha guidato Breganze negli ultimi cinque anni, “tirandola fuori da uno stallo, avvertivamo un senso di paralisi e la mancanza di progettualità”. Tenta il bis il prossimo 26 maggio, con la voglia di tenersi stretta la fascia da sindaco e punta sulle fasce più deboli. Dai giovani agli anziani, il suo obiettivo è di rafforzare e sviluppare i servizi sociali, non dimenticando del ‘fiume d’oro’ che scorre nel territorio. “La nostra una zona Doc, grande traino per sviluppo economico”. Avvocato di professione,  la 49enne Campana nel suo primo mandato si è trovata a far di conto con la Pedemontana, spuntandola su un progetto della complanare, figlio dell’epoca di Vernizzi ed approvato dall’ex giunta Covolo, che avrebbe chiesto al territorio un costo alto.

Sindaco Campana, tenta il bis, perché?

Ho scelto di continuare a mettermi a disposizione della comunità, con il gruppo di Breganze Attiva, perché abbiamo ancora molti progetti, idee e proposte da portare avanti nell’interesse del paese. Diverse sono le opere già iniziate e le azioni “seminate”, che desideriamo portare a termine e veder dare frutto”.

Cambierà la sua squadra?

“Cambieranno alcuni componenti, ma in buona parte saranno confermati i miei attuali collaboratori: persone che stimo e stanno lavorando per il paese in modo concreto e attivo. La compattezza e la lealtà che ci sono state tra di noi in questi anni sono stati punti di forza, che ci hanno permesso di vivere al meglio il mandato affidatoci dai cittadini e dare il massimo in quella che, per tutti noi, è stata un’esperienza di servizio”

Punti di forza del suo nuovo programma?

“Credo che la sfida dei prossimi anni si giocherà sui bisogni delle persone: il problema delle famiglie che necessitano di sostegno, gli anziani spesso soli e con patologie che richiedono assistenza, i giovani ai quali devono essere riservate maggiori attenzioni e fiducia. Pensando a loro, potenzieremo i servizi sociali e continueremo ad investire nel lavoro di rete con le realtà virtuose che ci sono sul territorio,le numerose associazioni, l’Ipab La Pieve, Villa Savardo, le scuole. Mi sta molto a cuore anche il tema del territorio e della sua specificità come zona DOC, che credo possa essere il traino per uno sviluppo economico sostenibile e con prospettive incoraggianti”.

Cosa trovò in eredità e cosa lascia?

“Nel 2014, dopo mesi di formazione e confronto, abbiamo deciso di metterci in gioco perché avvertivamo un senso di paralisi e la mancanza di progettualità. Noi abbiamo puntato sulla valorizzazione delle risorse di cui Breganze é ricchissima: facendo rete, abbiamo accompagnato e sostenuto le persone e gli enti in grado di offrire risposte alle esigenze più diverse, abbiamo investito risorse sia sui progetti socio-culturali che sui lavori pubblici. Abbiamo realizzato oltre 4 milioni di investimenti: opere e manutenzioni straordinarie che hanno riguardato scuole, impianti sportivi, viabilità, parchi pubblici e la realizzazione della nuova sala polifunzionale che verrà presto ultimata a beneficio di alunni, famiglie e associazioni”.

Occhio di riguardo verso i rom e molte critiche.

“Alcun occhio di riguardo per i rom, ma piuttosto un’assunzione di responsabilità per delle famiglie residenti a Breganze da oltre 20 anni che, quando siamo arrivati, giravano sul territorio accampandosi nei parcheggi o in zona industriale. Ritengo che aver individuato una soluzione che eliminasse queste situazioni di degrado sia stata una forma di attenzione alla comunità tutta”.

Rapporto amministrazione e cittadino:come è stato?

I miei assessori ed io siamo sempre stati disponibili ad ascoltare ogni cittadino e ad accogliere le sollecitazioni, le richieste e i suggerimenti, quando ciò era possibile e coincideva con il bene comune. Abbiamo anche lavorato, con la collaborazione degli uffici comunali, per rendere più efficace e trasparente l’azione amministrativa. Credo, peraltro, che nei nostri comuni il rapporto con i cittadini sia molto immediato e diretto, ben diverso da ciò che accade nelle strutture amministrative lontane dal territorio”

Donna e sindaco, una discriminante?

“Penso che la sensibilità femminile per alcune tematiche sociali e comunitarie possa in questi tempi essere un valore aggiunto. Non ho mai avvertito alcuna discriminazione nei miei confronti in quanto donna, credo che un sindaco sia valutato per le sue capacità, indipendentemente dal genere a cui appartiene”.

Lavoro, famiglia e fascia da sindaco: come concilia il tutto e alcun senso di colpa?

Ho avuto un grande aiuto dalla mia famiglia e ho potuto contare molto sui miei collaboratori, in primis gli assessori, ma anche i consiglieri che mi hanno sempre supportata e ai quali ho delegato molte funzioni. Credo che saper guardare le cose da più prospettive sia un valore aggiunto. Vivere la fatica di conciliare più ruoli mi ha consentito di comprendere meglio molte problematiche, legate alla dimensione familiare e lavorativa, oltre che quelle prettamente amministrative – continua Piera Campana -Il senso di colpa, per il tempo e le energie sottratti ai figli, credo appartenga un po’ ad ogni genitore, ma ho sempre pensato che avrebbero capito, che la mia era una scelta di servizio e di impegno civico per tutta la comunità e quindi anche per loro. Il fatto che oggi continuino ad appoggiarmi, mi conferma che hanno compreso a fondo i valori che mi motivano a ricandidarmi.

Paola Viero

 

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