29 il totale delle infrazioni registrate dall’introduzione a febbraio del regolamento di polizia Urbana e rurale e l’affidamento ufficiale alla polizia municipale del mandato di mantenere e intensificare i controlli in tal senso. 21 registrate solo nel periodo estivo, con una situazione meteorologica che favorisce una presenza maggiore. L’infrazione è all’art. 33/2° del Regolamento comunale,“si vieta l’accattonaggio di qualsiasi genere su tutto il territorio comunale e la violazione del presente articolo comporta una sanzione amministrativa pecuniaria e l’obbligo di cessare l’attività”.
Sono questi i dati consegnati dal Comando di Polizia Municipale, in cui si fa presente che nei mesi di luglio e agosto non si è notata la presenza di fenomeni di accattonaggio di persone con residenza fuori Breganze, mentre rimane il comportamento di due signore appartenenti ad un unico nucleo famigliare conosciuto.
“I dati esposti – commenta l’assessore al commercio Ivan Dalla Valle – provano che i controlli da parte della polizia locale vengono fatti. Siamo consapevoli che il problema non è completamente risolto, sappiamo anche che difficilmente le multe vengono pagate, ma possiamo costatare che le infrazioni sono riconducibili ad una cerchia molto ristretta di persone e su queste intensificheremo l’azione di contrasto. È doveroso anche precisare che spesso sono alcuni passanti che volontariamente danno del denaro e purtroppo ricordo che addirittura il reato di accattonaggio molesto è stato depenalizzato, ponendo i Comuni nella condizione di dover affrontare questioni di ordine pubblico con strumenti sempre più limitati”.
“Fin dal momento del mio insediamento – aggiunge il sindaco Silvia Covolo – ci siamo sempre impegnati a contrastare il fenomeno, già con le ordinanze sindacali concordate con il Prefetto sulla base dell’allora “pacchetto sicurezza” che dava più potere ai Sindaci per sanzionare l’accattonaggio e il campeggio abusivo. Una normativa che nel 2011 è stata dichiarata incostituzionale, costringendoci a disapplicare le ordinanze. Non abbiamo però tralasciato la questione, lavorando e approvando in Consiglio comunale un regolamento di polizia municipale molto restrittivo che sanziona l’accattonaggio e vieta il campeggio su area pubblica. Contestualmente, abbiamo messo le barre sulle aree pubbliche più colpite da insediamenti “abusivi”. Ad esempio davanti l’asilo, dove ricordo che, al momento del mio insediamento, i nomadi stazionavano, così come dietro le scuole medie e nell’area del cimitero. Ora è in vigore il regolamento perché, con l’avallo del Consiglio comunale, rimane l’unico strumento che come sindaci possiamo permetterci per combattere il fenomeno”.
“L’incontro di oggi – dichiara la presidente della Delegazione di Confcommercio di Breganze Onorina Gasparotto – ha lo scopo di fare il punto sul problema dell’accattonaggio nel nostro Comune dopo i recenti articoli apparsi nei primi giorni di settembre sull’argomento. Sono qui, come Presidente a rappresentare il pensiero mio e di tutti i commercianti del paese per esprimere tutta la mia solidarietà all’Amministrazione e spronarla a procedere nella strada della legalità cercando di affrontare un problema che è sempre stato denunciato da me e da tutti i commercianti di Breganze. Esiste la necessità di continuare a procedere con azioni di contrasto a tale tipo di fenomeno che ha sempre visto noi commercianti uniti ed attivi in prima linea”.
“È sempre difficile parlare della questione Rom – afferma Franco Benvegnù, direttore della Confcommercio di Thiene – senza cadere nei pregiudizi. Tuttavia la presenza dei cosiddetti “zingari” nelle città è da sempre causa di malessere nei cittadini. Probabilmente perché spesso il fenomeno si associa a episodi di illegalità. In molti, poi, sono infastiditi dalla presenza dei piccoli Sinti che vengono sfruttati dai genitori e costretti a chiedere l’elemosina nei pressi di bar e semafori. La presenza dei Rom sul nostro territorio non è certo una novità, e tantomeno il loro stile di vita, legato al rifiuto storico per qualsiasi tipo di integrazione. È avvenuta da parte delle istituzioni, a livello centrale, una palese forzatura del significato della parola integrazione. Credere, e voler far credere, che l’integrazione consista nel permettere ad un gruppo etnico di vivere come vuole, senza alcun rispetto per le regole base di convivenza, legalità e diritto, non avrebbe potuto generare altro che insofferenza nei cittadini che vivono, bene o male, nel rispetto di questi principi, condivisi e regolamentati dalla legge. Bisogna affrontare i problemi con metodo e la cosa più ragionevole che l’Amministrazione di Breganze ha fatto sull’argomento è stata l’approvazione e l’applicazione del regolamento di polizia urbana che disciplina i divieti di accampamento su aree pubbliche e accattonaggio. Nell’affrontare questo tipo di questione ritengo sia necessario scindere distintamente due aspetti che invece mi pare che spesso vengano confusi. Una cosa è l’aspetto della legalità, del rispetto delle regole e quindi anche della necessaria denuncia di comportamenti non conformi alle norme che tutti, sottolineo tutti, debbono o dovrebbero seguire. Altra cosa è l’aspetto della solidarietà umana e sociale nei confronti di persone “bisognose” che non può e non deve essere giudicata in quanto attiene alla sensibilità del singolo e della comunità. Infine, recupero un appunto del Rettore dell’Università di Siena che qualche giorno fa scriveva in merito a come si debba provare a recuperare l’uso corretto delle parole per tornare a comunicare ciò che è giusto e non ciò che conviene, per ricordare che la Presidente di Ascom Breganze, Onorina Gasparotto, amareggiata dai recenti episodi, fosse stata sempre in linea con la necessità da parte dell’Amministrazione di provvedere a una seria regolamentazione e ad una azione di contrasto”.
“In conclusione – chiude l’assessore Dalla Valle – serve continuare sull’unità d’intenti fra Associazione Commercianti e Amministrazione comunale nel contrasto al fenomeno. Esortiamo perciò gli associati e chiunque si trovi a notare situazioni scorrette, ad avvisare direttamente i Vigili o i Carabinieri e a non esitare a sporgere denuncia in caso di minacce. Invitiamo poi chi vuole liberamente fare della carità, a rivolgersi alle numerose associazioni di volontariato presenti a Breganze”.
di Redazione
