“Ho preso un numero esorbitante di voti, non me lo aspettavo, ma non sono bastati per entrare in consiglio regionale”.

Eppure, la vera rivelazione della politica dell’Alto Vicentino, è stata proprio lui. Carlo Cunegato, 38 anni, professore di filosofia, che alle regionale ha portato a casa ben 5.810 preferenze ed il 12% nella sua Schio, il candidato più votato nell’Alto Vicentino. Ha battuto i big del territorio in fatto di voti, presi però con Il Veneto che Vogliamo, partito che non è riuscito a consegnargli lo scranno Venezia.

Cunegato non ne fa una tragedia, anche se ammette che la sconfitta brucia, perché lui nelle sue battaglie credeva davvero.

Prima tra tutte quella sulla Sanità. L’unico in grado di descrivere anni fa quello che stava accadendo all’ospedale di Santorso, con reparti allo stremo, chiusure, carenze, liste d’attesa interminabili. Ha trascinato in piazza migliaia di persone per la protesta a tutela dell’ospedale e centinaia ne ha portate per la sua candidatura, ma probabilmente, pur avendo preso così tanti voti, il territorio deve aspettare ancora un po’ per una vera ‘rivoluzione’.

“Camminare sulle macerie fa male ma è l’unica occasione per ricostruire”, ha commentato, cogliendo, come è nel suo stile, un nuovo insegnamento e preparandosi già per una nuova sfida: quella di far capire che la destra, con 41 consiglieri di maggioranza e solo 8 di opposizione, dovrà imporsi la democrazia, che i numeri da soli non sono in grado di garantire.

“In Veneto Zaia è al 76% e il centrosinistra al 15%. Ci sarà un parlamento regionale monocolore, 41 consiglieri di maggioranza e 8 di minoranza. Inquietante – è la sua sintesi – Però qualcosa queste elezioni ci insegnano. La politica non si improvvisa, è un processo di costruzione lento e faticoso, ma quando si lavora assieme i risultati arrivano. Dicevamo di sentire un’onda contagiosa. Nella disfatta generale, era vero. Il Veneto che Vogliamo a livello regionale ha preso il 2,01%, ma a Schio, la decima città del Veneto per popolazione, il 12%. Io sono stato di gran lunga il più votato nella mia città, compresi i candidati della destra. Merito di quelle donne e di quegli uomini straordinari di Coalizione Civica Schio che, infaticabili, hanno corso per me, hanno corso per mesi. Avete fatto un lavoro incredibile, avete fatto un’impresa. Parlare chiaro paga. Ritorniamo a dire nitidamente che vogliamo combattere le diseguaglianze, vogliamo difendere la sanità pubblica, lottare contro la cementificazione e il cambiamento climatico. Perché, se 3 veneti su 4 votano Zaia, la colpa è anche nostra. Basta timidezze, basta mediazioni, possiamo scaldare i cuori solo immaginando una regione diversa. Perché, anche se Zaia ha stravinto, il declino della sanità di Asiago e dell’Altovicentino rimane. Gli 800mila veneti che hanno rinunciato a curarsi rimangono. Saremo in grado, già da oggi, di spiegare di chi è la responsabilità? Camminare sulle macerie fa male, ma è anche l’occasione per ricostruire, magari con coraggio, qualcosa di nuovo. Mandela diceva che “il vincitore è un sognatore che non si è arreso”. E’ vero, siamo tragicamente perdenti, ma già da oggi dobbiamo sognare insieme un Veneto diverso, sicuramente senza arrendersi. Potrebbe essere l’inizio di qualcosa di bello”.

Anna Bianchini

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