Il Consiglio regionale del Veneto ha respinto, con 10 voti favorevoli, 5 contrari e 32 astenuti, la Mozione di riserve, votata per appello nominale, ai sensi dell’articolo 128 del Regolamento, nei confronti dell’Assessore regionale all’istruzione, formazione, lavoro e pari opportunità, Elena Donazzan. La Mozione è stata presentata da Arturo Lorenzoni, portavoce dell’opposizione, e dai consiglieri Giacomo Possamai, Andrea Zanoni, Francesca Zottis, Anna Maria Bigon, Vanessa Camani e Jonatan Montanariello (PD), Erika Baldin (M5S), Cristina Guarda (EV), Elena Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Stefano Valdegamberi (GM).
Lo speaker della minoranza Lorenzoni ha evidenziato come la Mozione “non è contro una persona, ma per richiamare ciascuno di noi, in primis il presidente della Giunta, a non avere ambiguità rispetto al Ventennio fascista ma a difendere un comune patrimonio di valori democratici, orgoglio della nostra Repubblica e che solo può garantire un futuro pacifico. Rappresenta un grave errore storico mettere sul medesimo piano le canzoni popolari Faccetta Nera e Bella Ciao, lasciando intendere che entrambe meritino pari rispetto. Mi appello a ciascuno dei consiglieri, soprattutto al presidente Zaia, che è il solo responsabile delle politiche della Giunta, affinché prendano una posizione chiara: o si rifiutano i metodi dittatoriali propri del fascismo, oppure si accettano, non ci può essere una terza via neutrale, come disse molto bene Concetto Marchesi settanta anni fa. È impossibile che le deleghe all’istruzione, all’educazione e alle pari opportunità siano nelle mani di una persona che dimostra simpatie per un regime antidemocratico, violento, razzista”. Pronta la replica dell’Assessore Elena Donazzan: “Per me è stata una settimana molto difficile sotto l’aspetto umano, ma oggi ho l’occasione per ribadire in modo ufficiale le mie scuse: non volevo offendere nessuno. Alla trasmissione ‘La Zanzara’ ho creato involontariamente imbarazzo alla mia Giunta, e me ne scuso, soprattutto in questo periodo difficile che l’Italia sta attraversando. Ringrazio comunque quei colleghi che mi hanno manifestato la loro solidarietà umana”.
Per Stefano Valdegamberi (GM) “un’assemblea democratica come la nostra ha il dovere di dialogare con serenità in merito a questioni importanti che sono alla base del nostro ordinamento. Personalmente, a ogni modo, rifuggo da posizioni prettamente ideologiche, che si tratti di Faccetta Nera piuttosto che di Bella Ciao. Sono piuttosto per la centralità dell’uomo e per la difesa dell’identità territoriale, per uno Stato etico che si pone al servizio delle persone e dei territori, che sostiene iniziative in grado di dare voce alle diverse comunità: penso alla cultura e alla lingua cimbra, che per noi rappresentano una ricchezza che abbiamo il dovere di tutelare. Mi è spiaciuto quando, in questa aula, mi è stato impedito di intervenire anche in lingua cimbra, mentre la regione a noi vicina, il Friuli Venezia Giulia, difende con decisione le minoranze linguistiche. La vera cultura non considera le specificità un limite, bensì come importanti risorse”.
Cristina Guarda (EV) ha sottolineato “la violenza del regime fascista contro chi si opponeva a un pensiero unico. Ricordo solo il genocidio di 6 milioni di ebrei. Oggi siamo di fronte a una situazione eccezionale: è la prima volta che un Assessore regionale all’istruzione canta pubblicamente Faccetta Nera. Prendiamo comunque atto delle scuse della Donazzan, non dobbiamo rispondere con offese e violenze verbali, ma siamo chiamati a recuperare la nostra memoria storica, peraltro a pochi giorni dalla celebrazione della Giornata della Memoria, e a non minimizzare le enormi sofferenze inferte dal regime fascista alla popolazione. Siamo tutti chiamati a rispettare i principi sanciti dalla nostra Costituzione, senza fare giochi politici o palesare pericolose nostalgie. Il ruolo di un politico non deve ridursi alla ricerca di visibilità, ma deve essere speso per migliorare la vita delle persone, soprattutto durante questa grave emergenza sanitaria: prioritari dovrebbero quindi essere temi vitali come la scuola e il lavoro, altro che Faccetta Nera”.
Per Vanessa Camani (PD): “Si tratta di un episodio grave: chi riveste un ruolo istituzionale deve essere ben conscio dei limiti che non possono assolutamente essere oltrepassati, a prescindere dal contesto goliardico della trasmissione durante la quale l’Assessore ha intonato Faccetta Nera. Dobbiamo difendere i valori di democrazia e libertà sempre osteggiati dal regime fascista. La Storia ha definitivamente accertato chi, tra fascisti e partigiani, combatteva dalla parte giusta piuttosto che sbagliata. Per il nostro Paese esiste solo una storia: quella dell’Italia liberata dal regime fascista, un regime che ha rappresentato indubbiamente una pagina nera. La pacificazione passa solo attraverso l’accettazione comune del giudizio sancito dalla Storia, prendendo le distanze dal regime fascista. L’Assessore Donazzan sarebbe vagamente credibile solo se si dichiarasse apertamente antifascista, principio che è alla base della nostra Carta Costituzionale. Il fascismo non è infatti un’opinione, per il nostro Paese è un reato. Qui non si censura nessuna opinione legittima, ma chi infanga l’immagine della Regione del Veneto con atteggiamenti inaccettabili che offendono il sentimento comune. Tutti noi, in primis il presidente Zaia, siamo chiamati a recuperare e a difendere i valori antifascisti sanciti dalla nostra Costituzione”.
Francesca Zottis (PD) ha denunciato come “Faccetta Nera rappresenta il simbolo dell’epoca fascista in Italia e della politica coloniale in Africa: altro che goliardia! Non bastano le scuse dell’Assessore, servono atteggiamenti concreti. Non possiamo quindi porre sullo stesso piano Faccetta Nera, simbolo di oppressione, e Bella Ciao, che inneggia invece alla liberazione. Chiediamo il rispetto dei nostri valori costituzionali e chiarezza istituzionale. Il fascismo è stato un periodo storico buio, violento, che ha impoverito la nostra nazione”.
Elena Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) ha chiarito come “questa Mozione è importante perché oggi siamo chiamati a essere chiari nel condannare il fascismo, senza se e senza ma: lo richiedono la nostra Costituzione e la storia del nostro Paese, che dobbiamo rispettare. Sono anche toccata personalmente per la storia della mia famiglia: penso a mio nonno che ha subito sulla propria pelle la violenza fascista. Siamo chiamati a trasmettere alle giovani generazioni i valori fondanti il nostro ordinamento democratico. Dobbiamo fare chiarezza: la libertà non è fare ciò che si vuole, ma agire nel rispetto degli altri. Dobbiamo dichiararci tutti antifascisti, per ribadire un nostro valore basilare e rispettare la nostra storia. Per questo, oggi il voto dell’aula dovrebbe essere unanime. Chi ricopre un ruolo istituzionale deve saper chiedere scusa e cambiare atteggiamento: serve una dichiarazione di antifascismo che è alla base della nostra democrazia. Oggi non facciamo un processo a una persona, bensì portiamo avanti un processo al cambiamento, contestando un atteggiamento che ha ammiccato al fascismo”.
Per Erika Baldin (M5S) si tratta “di un brutto episodio, soprattutto perché proviene da un Assessore all’istruzione e da una donna: ricordiamo tutti, infatti, le violenze fasciste perpetrate proprio su donne e bambine. Non c’è nulla da salvare nel regime fascista, che rappresenta una pagina nera della nostra storia democratica. Dobbiamo ribadire i valori di anti autoritarismo. Penso che Elena Donazzan, da persona intelligente qual è, abbia capito di aver sbagliato, ma le sue scuse sono per me apparse tardive. Oggi dobbiamo difendere i nostri valori democratici e tenere comportamenti istituzionali: è ciò che si aspettano i nostri cittadini, per di più in un momento molto difficile per il Paese. Le nostre priorità devono essere la tutela della scuola e del lavoro, lasciando stare temi divisivi, di matrice ideologica. Ricordo che siamo a pochi giorni dalla celebrazione della Giornata della Memoria: dobbiamo dimostrare compattezza condannando quello che è stato e che la Storia ha censurato, senza voto di astensione né ambiguità di sorta”.
Andrea Zanoni (PD) ha affermato come “Faccetta Nera celebra il sopruso del soggetto forte su quello debole, invocando violenza e sessismo. Chi ricopre un importante ruolo istituzionale non può permettersi di intonare questa canzone. Prendiamo atto delle scuse della Donazzan, per carità, ma dobbiamo riaffermare i valori costituzionali”.
Anna Maria Bigon (PD) ha censurato “la mancanza oggi del presidente Zaia, particolarmente grave perché siamo tutti invitati a condannare gli atteggiamenti razzisti e sessisti perpetrati dal regime fascista, soprattutto sulle donne”.
Elisa Venturini (FI) ha chiarito di aver espresso solidarietà personale all’Assessore Donazzan “in quanto trovo inaccettabili gli epiteti offensivi che le sono stati rivolti, soprattutto in quanto donna. Provo comunque dispiacere che sia stata coinvolta una persona capace e intelligente come Elena Donazzan, con cui ho peraltro avuto l’occasione di lavorare con profitto e di cui ho particolarmente apprezzato le doti di mediazione e di attenzione per le diverse parti del mondo del lavoro coinvolte. Pur tuttavia, certe leggerezze non possono essere accettate, in particolare quando toccano le diverse sensibilità e il vissuto di molte persone. Forza Italia è il partito delle libertà e non può tollerare regimi che perpetrano abusi e oppressioni, come quello fascista. Trovo tuttavia ipocrita l’atteggiamento di certi consiglieri che oggi hanno presentato una Mozione di riserve nei confronti della Donazzan chiedendo a tutti di non essere ambigui, ma che in passato magari non hanno dimostrato altrettanta coerenza”.
Alberto Bozza (FI) ha chiarito che “è necessario evitare di consumare quelle contrapposizioni ideologiche che avrebbero solo l’effetto di allontanere il doveroso processo di pacificazione storica nel nostro Paese. Respingo con forza le minacce di morte rivolte alla Donazzan, e farò lo stesso se un domani analoghi atteggiamenti intimidatori dovessero essere mossi nei confronti di qualsiasi rappresentante politico. Forza Italia è un partito di ispirazione liberale: credo quindi che solo al presidente Zaia spetti giudicare un Assessore legato allo stesso da un rapporto fiduciario. Il Consiglio regionale deve concentrare piuttosto tutti i propri sforzi nel dare risposte concrete ai cittadini intercettando le loro esigenze prioritarie”.
Per Marzio Favero (Liga Veneta per Salvini Premier) “nel momento in cui vengono presentate e poi accettate le scuse della Donazzan, allora la Mozione dovrebbe rientrare nell’ambito di una discussione di cultura politica, per chiarire le modalità del nostro lavorare assieme. Dobbiamo quindi riprendere questo provvedimento e darli un fine diverso. Credo che se oggi c’è un clima avvelenato, ciò è causato dagli opposti estremismi. Non è vero che i vincitori hanno sempre ragione: la storia va scritta da tutti quelli che accettano un confronto democratico. Il regime fascista ha compiuto atti criminali, dalle leggi razziali all’aver trascinato il nostro Paese in una guerra rovinosa. Non esiste un’alternativa alla democrazia: i Consigli regionali nascono per volontà dei Padri costituenti e sono l’espressione di una volontà politica di ordine democratico che si è formata durante la Resistenza e che può accettare solo le idee compatibili con le regole democratiche”.
Roberto Bet (Zaia Presidente) ha sottolineato che “questa è una Mozione di riserve che non ha effetti concreti perché eventuali provvedimenti censori spettano solo al presidente Zaia, ma ha il solo intento di aprire una discussione politica. Invito tutti, Assessore Donazzan compreso, ad occuparsi piuttosto di temi più importanti per la vita del nostro Paese. Ma osservo come nel comportamento della Donazzan non ci sia in realtà nulla di rilevanza penale: cantando Faccetta Nera, l’Assessore non ha promosso la ricostituzione del partito fascista. Al massimo, si tratta di dichiarazioni inopportune e prendiamo comunque atto delle scuse dell’Assessore. È altresì chiaro come il nostro ordinamento si basi su valori antifascisti non negoziabili che sono alla base di tutte le libertà. Il Parlamento veneto non ha bisogno di lezioni di democrazia da parte di nessuno”.
Jonatan Montanariello (PD) ha spiegato che la “Mozione oggi in discussione non è certo né di destra né di sinistra, ma chiede il rispetto dei valori costituzionali che devono essere preservati e tramandati alle future generazioni. Le istituzioni devono difendere le libertà e respingere con forza il pensiero che nel fascismo ci siano anche state cose buone. Chiediamo di accogliere una Mozione che appartiene a tutti perché fondata sull’antifascismo”.
Tomas Piccinini (Liga Veneta Autonomia) ha giudicato “ingenuo il comportamento dell’Assessore che ha prestato il fianco a una trasmissione satirica. Ma oggi siamo chiamati ad occuparci di temi molto più importanti. Mi asterrò nella votazione ma prometto un impegno forte per risolvere i veri problemi dei cittadini”.
Nicola Finco (Liga Veneta per Salvini Premier) ha espresso “rispetto per le idee e la storia di ogni famiglia, compresa quindi quella di Elena Donazzan”, ma ha anche sottolineato come “la libertà di pensiero deve essere salvaguardata sempre e comunque perché sancita dall’articolo 21 della Costituzione. Ricordo, infatti, che l’Assessore Donazzan non ha dimostrato sufficiente rispetto, in passato, per le nostre legittime idee autonomiste, peraltro espresse dalla comunità veneta. Noi oggi dimostreremo per l’ennesima volta lealtà per questa maggioranza, difendendo una collega, ma per il futuro chiediamo più rispetto per i principi federalisti”.
Giuseppe Pan (Liga Veneta per Salvini Premier) ha censurato “la leggerezza dell’Assessore per aver partecipato a una trasmissione televisiva insidiosa, chiedendo a Elena Donazzan di concentrare i suoi sforzi, da persona intelligente e capace quale è, per difendere la nostra economia e le nostre imprese. La Lega è nata su basi federaliste ed è contraria a ogni totalitarismo, di destra e di sinistra: chiudiamo questa pagina, accettiamo le scuse dell’Assessore, ma auspico che d’ora in poi si costruisca tutti assieme un futuro di democrazia”.
Il capogruppo Dem Giacomo Possamai ha chiarito come “il punto oggi in discussione non è tanto censurare la leggerezza dell’Assessore, ma rivendicare un principio basilare per il nostro ordinamento democratico: la Costituzione italiana è antifascista, rappresenta valori che oggi assumono una valenza particolare e che sta a noi tutelare quotidianamente”.
Alberto Villanova (ZP) ha rinnovato “la solidarietà all’Assessore rispetto alle minacce ricevute”, ma ha ribadito con forza “l’errore commesso da Elena Donazzan per aver piegato una verità storica alle proprie convinzioni politiche, un atteggiamento, questo, che in passato ha sempre provocato danni ingenti. Ricordo che sono stato promotore di una legge sulla memoria che ha portato alla luce gli orrori della Shoah e che rappresenta un orgoglio per la nostra regione. Trovo quindi imbarazzante doverci occupare oggi di temi non certo rilevanti in un momento di grave crisi come quello che stiamo attraversando. Rinnoviamo all’Assessore la nostra fiducia: il nostro voto sarà di astensione; accettiamo le scuse di Elena Donazzan, per noi il caso è chiuso, ma le chiediamo con forza di tornare a occuparsi con ancora più determinazione delle materie delegate. E dico all’opposizione che questo Consiglio non ha certo bisogno di lezioni di democrazia”.
Raffaele Speranzon (FdI) ha ribadito “essere prioritario salvaguardare imprese, lavoratori e scuola, che rientrano tra le deleghe in capo all’Assessore Donazzan. Ed Elena Donazzan, anche in questi giorni per lei difficili, non è mai venuta meno ai propri compiti, continuando a dialogare bene con imprenditori, lavoratori, sindacati, rappresentanti del mondo universitario e della scuola. L’Assessore ha lavorato con profitto. Il tema importante non è la contrapposizione tra fascismo e antifascismo, ma tra totalitarismo e anti totalitarismo. Restiamo quindi uniti nel condannare i tratti distintivi di tutti i regimi totalitari e difendiamo la libertà di esprimere le idee di ciascuno: Fratelli d’Italia sarà sempre in prima linea su questo. Trascorrere un pomeriggio intero a discernere su questioni decisamente poco interessanti per i cittadini veneti lo giudico un atteggiamento ipocrita. Voteremo contro questa mozione, perché non condanna tutte le idee illiberali che hanno insanguinato il Novecento”.