Arrabbiata è dir poco, perché il Decreto Concorrenza rischia di non far rispettare la dignità delle persone. «Voglio tutelare i miei cittadini, almeno li avverto» tuona il sindaco di Fara Vicentino Maria Teresa Sperotto, dopo che il consiglio comunale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno contro il documento in discussione al Senato. Un affare che non interessa solo i faresi ma tutta Italia ma da Fara Vicentino si vuole fare la voce grosse, tanto che altri sindaci sono pronti a portare l’ordine del giorno nei rispettivi parlamentini. «Sinora per Decreto Concorrenza – spiega il sindaco Sperotto – si sono associati solo i problemi dei tassisti e delle concessioni balneari perché hanno protestato. Dietro ci stanno altre questioni; come, ad esempio, la possibilità di un gestore telefonico di mettere un’antenna nel giardino di casa tua, senza che tu possa aprire bocca. Capisco che l’Europa voglia dare delle indicazioni ma ciò non è possibile e si va contro la dignità della gente. E non lo tollero». Infatti, quando Sperotto ha letto il decreto, ha fatto un salto dalla sedia perché non ci poteva credere. E nel documento approvato dal consiglio, c’è tutto il malumore di una comunità. «È stata presentata una serie di emendamenti – di legge – che, nell’ottica di semplificare ulteriormente le procedure di autorizzazione e installazione degli impianti di telefonia e con il pretesto di digitalizzare in maniera efficace e tempestiva il Paese, di fatto vengono smantellati il ruolo dei Comuni nel governo del territorio, la tutela del paesaggio e il sistema di tutele a difesa della salute contro l’inquinamento elettromagnetico, annullando ogni prerogativa e competenza dei Comuni sulla regolamentazione e pianificazione». Non è finita, perché nell’ordine del giorno di Fara Vicentino si elencano i possibili (e poco ben auguranti) scenari: soppressione della competenza di minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici, cancellazione del concetto di siti sensibili, abrogazione del titolo sul vincolo di paesaggio, innalzamento dei limiti elettromagnetici sino a un valore di 61V V/m (ora sono a 6 ndr) e abrogazione dell’autorizzazione sismica tra i documenti propedeutici. Non solo, perché ci sarebbe l’abolizione del certificato di collaudo dell’impianto di telefonia mobile, la procedura dell’esproprio estesa agli impianti già esistenti su proprietà privata, il divieto d’imposizione di oneri o canoni aggiuntivi (zero costi per usufruire di un bene pubblico sottratto alla collettività) e la disapplicazione della disciplina edilizia e urbanistica alle infrastrutture di comunicazione elettronica. Si tratta di ipotesi ma è indubbio che ci sia si allarmi perché si depotenziano i poteri urbanistici degli enti locali e la cancellazione dei limiti elettromagnetici. Da qui un appello al governo perché sia bloccato il tentativo di indebolire ancora di più le competenze dei sindaci ed evitare di consegnare le città e territori solo nelle mani delle imprese delle telecomunicazioni e che, viceversa, agisca in modo forte, affinché si rafforzi il potere di pianificazione territoriale. «Questo decreto sta passando in sordina – continua Sperotto – e non deve succedere. E come sindaci ci stiamo muovendo». Con l’obiettivo di allargare la mobilitazione il più possibile.

Alessandro Ragazzo

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia