Appuntamento importante per gli italiani il 4 dicembre, il più importante di tutti visto che si deve votare per la riforma della Costituzione, cioè della legge fondamentale della Repubblica italiana, ovvero il vertice nella gerarchia delle fonti di diritto dello stato italiano.

Il 4 dicembre si deve votare ‘sì’ oppure ‘no’ al referendum costituzionale? Sono ancora tante le persone incerte e anche quelli che sembrano aver già deciso, possono chiarirsi ulteriormente le idee.

Per fare luce su un dilemma così importante, appuntamento mercoledì 2 novembre alle 20.30 nella Sala Polivalente (dietro il municipio) a Isola Vicentina, per una serata organizzata dall’associazione culturale e di promozione sociale ‘Ora’.

A sostenere il ‘Comitato del sì’ ci sarà Cristina Guarda, consigliere regionale del Pd eletta nella lista di Alessandra Moretti, mentre per il ‘Comitato del no’ prenderà la parola Roberta Radich, presidente della Fondazione Capta (che si occupa di diritti fondamentali e uguaglianza sociale), sociologa, psicologa e psicoterapeuta.

Il 4 dicembre gli italiani sono chiamati a votare un referendum costituzionale per approvare o respingere le modifiche alla Costituzione in vigore dal 1948.

La riforma, che riguarda oltre un terzo della Costituzione stessa (47 articoli su 139) porta il nome di ‘Riforma Renzi-Boschi’, rispettivamente presidente del consiglio e attuale ministro alle riforme.

Quarantasette gli articoli della Costituzione sottoposti a riforma. I più noti riguardano la riforma del senato (con la fine del bicameralismo perfetto e la trasformazione del senato stesso in organo rappresentativo delle autonomie regionali), l’elezione del presidente della Repubblica, l’abolizione del Cnel (Consiglio nazionale per l’economia e il lavoro), le competenze di stato e regioni (con il ritorno allo stato della gestione di ambiente, porti, aeroporti, trasporti, navigazione, produzione e distribuzione dell’energia, politiche per l’occupazione, sicurezza sul lavoro, ordinamento delle professioni), l’aumento delle firme necessarie per indire referendum abrogativi e leggi di iniziativa popolare (con il minimo rispettivamente di 800mila firme richieste contro le attuali 500mila e di 150mila contro le attuali 50mila, con il quorum del 50%).

Full immersion di informazioni, con un due relatrici preparate e competenti pronte a spiegare le ragioni del ‘sì’ e del ‘no’.

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