Taglio del nastro per il nuovo presidio sanitario territoriale, ma non mancano le riflessioni: “Solo una nuova insegna, i servizi c’erano già” e ci si chiede molto, ma molto seriamente se si pensi che il popolo sia davvero così stupido. Eppure non era la prima volta.
Con tanto di cerimonia ufficiale, taglio del nastro e presenze istituzionali di rilievo, è stata inaugurata questa mattina la Casa della Comunità di Schio, all’interno del Centro Polifunzionale De Lellis. A salutare l’evento, tra gli altri, l’Assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin, il dg dell’Ulss Pedemontana Carlo Bramezza e la sindaca Cristina Marigo.
“Questa è già la quarta Casa della Comunità che inauguriamo – ha dichiarato Bramezza – confermando il rispetto del cronoprogramma del Pnrr. Si tratta di un passo importante verso una sanità territoriale più vicina ai cittadini.”
La struttura, ristrutturata per un costo complessivo di 700 mila euro (di cui 449 mila finanziati dal Pnrr), si estende su 788 metri quadri e ospita 12 ambulatori e spazi dedicati a una vasta gamma di servizi sanitari e sociosanitari. Operativa 24 ore su 24, 7 giorni su 7, la nuova Casa della Comunità offrirà servizi come medicina generale, continuità assistenziale, specialistica ambulatoriale (cardiologia, diabetologia, pneumologia, oculistica), assistenza domiciliare integrata (ADI), consultorio familiare, SerD, salute mentale, infermiere di famiglia, punto prelievi, vaccinazioni e screening del Dipartimento di Prevenzione. «L’apertura della Casa della Comunità rappresenta un passo avanti per rendere più accessibili i servizi sanitari del territorio», ha aggiunto la sindaca Marigo. «Essere all’interno del De Lellis significa anche valorizzare un luogo storico per la città».
Conegato: “ Ormai siamo a nastroland, tutti servizi già esistenti, cambia solo l’insegna”
Ma se da una parte l’Ulss e le istituzioni parlano di un traguardo importante, non mancano le critiche di chi è voluto andare a fondo per comprendere davvero per cosa si sia tagliato l’ennesimo nastro. «Giriamo il Veneto da anni per raccontare il declino della sanità pubblica – afferma Cunegato – e da tempo esprimiamo perplessità sul Pnrr. Gli investimenti sono solo in conto capitale, non per assumere nuovo personale. Come si creano nuovi servizi se non si può assumere?».
Secondo Cunegato, quella di Schio è solo l’ultima di una serie di inaugurazioni “di facciata”, dopo quelle di Malo e Arsiero, quest’ultima finita in prima serata su Report: «Medici di base? C’erano già. Continuità assistenziale? C’era. Diabetologia, cardiologia? Presenti da tempo, ma sempre più ridotte. Salute mentale? Aperta solo le mattine. Il SerD, il punto prelievi, il consultorio? Tutti già esistenti. Allora cosa si è davvero inaugurato oggi? Solo una nuova targa: ‘Casa della Comunità di Schio’. Grazie, brindiamo».
L’attacco non risparmia nemmeno la scenografia dell’evento: «Mi dicono che, per l’occasione, hanno persino tagliato l’erba. Tutti presenti per il grande show: nastri, sorrisi, foto. Ma la realtà è che si tratta di un contenitore vuoto, senza risorse aggiuntive per rafforzare i servizi già in difficoltà».
A volte ci si chiede se qualcuno ci faccia o ci sia veramente. Perchè sembra assurdo trattare da “ingenue” persone che hanno a che fare con i servizi sanitari, con il dolore e in nome del bene, che dovrebbe stare al primo posto tra quelli della vita: la salute.
N.B.
Schio. La Casa della Comunità sarà completata entro il 2024 e avrà 5 ambulatori
