Da una parte l’inflazione all’8%, “ai massimi da 36 anni a questa parte”, con prezzi di beni primari ed costo dell’energia che “continuano ad aumentare, ed il potere d’acquisto delle famiglie italiane continua di conseguenza a contrarsi”. Dall’altra un Governo che “ha chiare le sue priorità: ius scholae e liberalizzazione della cannabis”. E’ il quadro che Elena Donazzan, assessore regionale al Lavoro del VENETO e dirigente Fdi, evidenzia per dire che tutto peserà nelle urne. “Prima o poi gli elettori saranno chiamati ad esprimersi con il voto e giudicheranno loro stessi certe scelte contrarie al buonsenso e all’interesse della nostra Nazione”. Donazzan “alza un muro contro tutele e uguaglianze. E lo fa, cosa ancor più grave, nei confronti di giovani che pur essendo già integrati nella società, restano relegati ai margini per una volontà politica discriminatoria”, ribatte i consiglieri regionali dem Anna Maria Bigon, Giacomo Possamai, Vanessa Camani, Jonatan Montanariello, Andrea Zanoni e Francesca Zottis. “Stiamo parlando di riconoscere piena cittadinanza a ragazze e ragazzi che vivono in Italia da prima del loro 12esimo anno di età e che hanno completato un ciclo di studi di cinque anni. Giovani che vivono la stessa vita dei loro coetanei italiani e rappresentano assieme un futuro di convivenza che è già realtà. Eppure l’assessore parla di ideologia e altre priorità che vengono prima. Ignorando il fatto che questa negazione di diritti è destinata ad impoverire ulteriormente il VENETO, una terra dalla quale i giovani emigrano sempre di più per cercare lavoro altrove”, ammoniscono i democratici rimproverando quindi all’assessore una visione che “tiene dunque conto, oltre che delle questioni di civiltà, anche di una prospettiva concreta legata al mondo del lavoro e dell’economia nella nostra regione”.
Sulla cittadinanza ai giovani figli di coppie straniere nate in Italia il Consiglio comunale di Povegliano Veronese voleva seguire l’esempio di quello di Bologna che ha deliberato di assegnare la cittadinanza onoraria come segnale in funzione di ius soli e ius scholae. “Ma ci siamo fermati” confidando che il Parlamento approvi lo Ius scholae, dice il segretario del Pd di Verona e vicesindaco di Povegliano, Maurizio Facincani parlando a Radio Immagina. “Non c’è bisogno della nostra delibera se la legge viene approvata”, spiega. I dem in Regione ricordano peraltro che “il calo vertiginoso delle nascite, l’assenza di politiche in grado di far incrociare domanda e offerta, e il continuo giocare su una propaganda che è destinata ad alimentare disuguaglianze e conflitti sociali, tolgono respiro e rilancio al Veneto. Un orizzonte che l’assessore Donazzan dovrebbe scongiurare e che invece, irresponsabilmente, sta concretizzando giorno dopo giorno”.
Sala: ‘Le battaglie si fanno per essere vinte’
Lo Ius Scholae non faccia la stessa fine del ddl Zan, perché “le battaglie si fanno se ci sono buone possibilità di vincerle, se no servono a poco”. Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, parlando con i cronisti a palazzo Marino non nasconde le proprie perplessità sulla battaglia in parlamento per lo Ius Scholae. Sala si dice “convinto che sia giusto perseguire e portare avanti lo ius scholae” ma “sono personalmente scottato da quello che è successo con il ddl Zan”. “Detto ciò- conclude Sala- la mia posizione vuole essere chiara. Sono a favore dello ius scholae, ma dico facciamo la battaglia se possiamo arrivare all’obiettivo. Se no, diventa Ddl Zan 2 alla vendetta”.