La Provincia di Vicenza gestita dai Sindaci del vicentino. Basta presidenti, commissari o figure legate ad un partito politico preciso, ma una grande assemblea di teste pensanti unite nella lista civica ‘Nuova Provincia dei Sindaci’, fuori dalla logica dei partiti con lo scopo di governare l’intero territorio senza dover tenere in considerazione i dictat imposti dai segretari nazionali e dalla bandiera di appartenenza.

 

E’ quello che vogliono i Sindaci di Schio, Monte di Malo, Brogliano e Crespadoro, che si sono incontrati ieri, e hanno condiviso i principi per il nuovo assetto provinciale. Con la lista ‘Civica per Vicenza’, sottoscritta da 16 Sindaci della Provincia, era stato dato il via ad una specie di ‘rivoluzione’ in vista delle prossime elezioni provinciali.

Ma la ‘rivoluzione’ nel territorio era partita già da molti piccoli comuni. Infatti, in tanti paesi della Provincia di Vicenza negli ultimi anni, le elezioni amministrative hanno visto crescere le vittorie di Sindaci supportati più da liste civiche che da partiti istituzionali. Con l’inattesa vittoria di Valter Orsi a Schio, che dopo aver stracciato la tessera della Lega Nord e messo all’angolo il centrodestra ha annientato il Pd e tutta la sinistra cittadina, per tutti i Sindaci è giunto il momento di una seria riflessione. Perché sul territorio, in fin dei conti, la responsabilità è tutta loro e sono loro quelli che veramente sanno di che cosa c’è bisogno in ogni angolo del loro comune. E quindi, perché dare carta bianca ad un partito che prende ordini da città lontane centinaia di chilometri o da leader che magari nemmeno sanno che cos’è il baccalà?

Da qui l’idea di proporre la Provincia dei Sindaci formata da liste civiche vere, slegate dai partiti.

“Nell’ambito della chiacchierata che abbiamo fatto – ha dichiarato Valter Orsi, Sindaco di Schio – si sono condivisi i principi che vorrebbero il nuovo assetto provinciale come una grande assemblea dei Sindaci rappresentanti della politica di territorio e non della partitocrazia. Non si esclude – ha concluso – che le due linee parallele possano confluire in un unico progetto che si identifichi nella visione di un Ente di coordinamento territoriale e portavoce delle istanze di un’area che merita di essere ascoltata.”

 

Anna Bianchini

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