Vulcanico, senza peli sulla lingua e simpaticamente irriverente. 50 primavere da compiere a giugno, con oltre 10mila chilometri fatti tutti in bicicletta – rigorosamente non elettrica – è Maurizio Colman a prendere per primo la parola dopo “l’ultimatum” del ministro Salvini che interpellato sulla questione Valdastico Nord ha dato tempi stretti agli attori in campo: “O Veneto e Trentino si esprimono, o decido io”.

Dieci anni da sindaco di Piovene Rocchette e un’esperienza in “volata” da consigliere regionale in quota Lega, Colman però frena gli entusiasmi e si dimostra attendista: “Qui siamo ai margini dell’impero” – commenta ironico – “e in tanti anni ho visto solo carte e tante chiacchiere. Carte che peraltro nessuno ha mai visto nella loro completezza e complessità, nemmeno quei contrari che si sono soffermati alle pagine che potevano dare man forte alle loro tesi. Di fatto, quello che abbiamo visto dai tempi in cui Attilio Schneck era presidente dell’Autostrada Brescia Verona Vicenza Padova SpA, è stata uno smobilitazione della partecipazione pubblica in favore di un privato che ha fatto di conseguenza un po’ quello che voleva”.

E se mai oggi dovesse ripartire l’iter per una progettazione definitiva – oltre che condivisa vista la querelle su quale tracciato portare avanti – l’ex amministratore comunque ne vedrebbe più di una ragione, nonostante gli anni passati e il rischio che sia solo l’ennesima chimera: “Molti, a mio avviso sbagliando,” – spiega Colman – “pensano alla Valdastico solo come risolutrice dei problemi viabilistici di Piovene e della vallata, dimenticando quanto possa invece risultare strategica in un’ottica economica, culturale e turistica. Qualcuno sorride perchè dice che costruirla per far andare i ragazzi a studiare all’Università di Trento significherebbe realizzarla per pochi. Niente di più miope: avete mai pensato cosa potrebbe diventare l’asse universitario Venezia – Padova – Vicenza – Trento se opportunamente e agilmente collegato? Un’università diffusa da far rabbrividire la Silicon Valley, giusto per citare una delle tante opportunità”.

Colman in tenuta sportiva, ormai una seconda pelle

Capitolo dolente l’impatto sul territorio dove però, sempre secondo l’esponente in quota Lega, gli oppositori avrebbero rinunciato ad una disamina seria delle criticità in favore di una contrarietà sterile e di bandiera: “Se ci sono dei problemi se ne parla e si vagliano le alternative, ma mi pare che anche da questo punto di vista” – prosegue Colman – “si siano fatte tante speculazioni. I cittadini, per esempio, sanno che con la costruzione della Valdastico si potrebbero concordare tutta una serie di opere compensative che risolverebbero problemi annosi in tutti i Comuni che diversamente non troveranno mai una copertura economica? Personalmente non so se questo governo riuscirà a far partire il cantiere, ma chi mi conosce sa come la penso: votiamo per eleggere dei politici che decidono e li votiamo in base a idee e programmi, o così almeno dovrebbe essere. Se questi vengono attuati, più che lamentarci, dovremmo gioire del fatto che finalmente la politica fa ciò per cui è chiamata. Agire e cambiare le cose. Possibilmente in meglio”.

M.Z.

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