Ha promesso una alzata di scudi il sindaco di Piovene Rocchette Erminio Masero alla notizia ormai sempre più probabile dell’arrivo di 6 profughi in via Valsugana, zona Grumello, in un appartamento il cui proprietario si troverebbe attualmente all’estero.

 

‘Non sono disposto – ha commentato Masero – a starmene qui a guardare senza far nulla. Mi risulta infatti che i proprietari dell’abitazione, una famiglia di 5 persone, siano ancora residenti in quella casa. Perciò non è possibile farci stare anche i profughi, mancherebbe la base necessaria per l’agibilità. In questo caso farò tutto quello che è in mio potere, compreso sgomberare la casa’.

 

Il primo cittadino di Piovene assicura anche che, ad oggi, in municipio non si è vista l’ombra di un documento ufficiale, che confermerebbe la legalità dell’accordo tra la cooperativa Samarcanda di Schio ed il proprietario dell’appartamento. Insomma: un ‘allarme’ senza fondamento? ‘Nessun documento ufficiale in comune – ha infatti postato Masero sulla sua pagina facebook – solo chiacchiere informative. Con gli uffici disposizioni date: nessun documento esce da questa sede senza la mia visione’.

 

I richiedenti asilo, di cui al momento non si conoscono né generalità né nazionalità, sarebbero i primi migranti a mettere il piede sul suolo del paese, confermando, a ben vedere, l’inutilità pratica di un protocollo che voleva (ma non lo fa) regolarne l’accoglienza prevedendo un massimo di due profughi ogni mille abitanti. Schio, Torrebelvicino, Malo e, forse, Piovene, ospitano migranti sebbene i sindaci si siano rifiutati di firmarlo. Altri paesi che l’hanno firmato, come  Carrè, Arsiero, Velo d’Astico o Monte di Malo, non ne hanno nemmeno uno.

 

M.B.

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