“Se Zaia non farà dimettere Luca Coletto e Gianpaolo Bottacin perderà credibilità agli occhi dei veneti” A dirlo, chiedendo ancora una volta una dura presa di posizione da parte del governatore del Veneto nei confronti degli assessori che gli hanno tenuto nascosta la lettera-scandalo sui Pfas, sono i consiglieri veneti del Movimento 5 Stelle.

“Gli esponenti del Movimento sono stati infatti duramente criticati dai due assessori dopo che, nel corso di una conferenza stampa sui Pfas tenutasi a Padova, avevano sottolineato come Coletto e Bottacin avessero nascosto la nota del direttore regionale della sanità, Domenico Mantoan: in questa lettera, rimasta segreta per almeno un mese e mezzo, lo stesso Mantoan ribadiva la necessità di spostare la fonte dell’inquinamento e avvertiva dei grandi rischi che la situazione ha portato e porterà per la salute di centinaia di migliaia di veneti” si legge in una nota diffusa dal gruppo consiliare M5S.

“Subito dopo la nostra conferenza stampa ci hanno minacciato di querela, hanno detto che ci riempiamo la bocca di bugie – dicono il capogruppo del Movimento 5 Stelle in consiglio regionale veneto, Jacopo Berti, e il consigliere regionale Manuel Brusco – poi a loro volta sono stati bacchettati duramente da Zaia, al quale avevano tenuto nascoste le notizie contenute nella lettera di Mantoan. Come bambini pescati con le mani nella marmellata, hanno subito smesso di fare la voce grossa”. “Zaia deve farli dimettere entrambi – tuona Berti – hanno mancato di rispetto al presidente della Regione e a milioni di veneti tenendo nascoste quelle informazioni importantissime, che per di più arrivano dal massimo dirigente regionale in materia di sanità. Se il governatore non li farà dimettere dimostrerà di non essere credibile e di essere ostaggio dei suoi collaboratori anche quando questi lo mettono nei guai”. “Il bello – sottolinea Brusco – è che tutto quello che noi diciamo sui Pfas da quando siamo entrati in consiglio, nonostante le accuse della maggioranza e le minacce ripetute di querele e azioni legali nei nostri confronti, è contenuto nella lettera di Mantoan. Noi chiediamo da sempre di fermare la fonte dell’inquinamento e lo stesso fa il dirigente, sottolineando la necessità di spostare la produzione”.

 

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