Sembra esserci ‘sintonia’ tra il Comune e il Movimento 5 Stelle. Puntando sull’ambiente e la sua salute il pentastellati di Schio ottiene ancora una volta l’ok dell’amministrazione comunale.

Un ‘sì’ rivolto non tanto agli emendamenti presentati, quanto al loro contenuto e, se si punta al risultato finale, una grande differenza non c’è.

Con un investimento di 50mila euro, Anna Donà, assessore all’Ambiente, ha confermato il posizionamento di tre centraline sui camini dell’inceneritore di Cà Capretta, anche se non è stato ancora definito se saranno fisse o mobili. Marco Vantin l’aveva richiesto ufficialmente con un emendamento presentato e discusso in consiglio comunale, ma preso atto che l’amministrazione aveva già deciso di stanziare la somma inserendola nel budget del bilancio, con il fine di verificare le emissioni che fuoriescono dai camini dell’impianto di Ava, il consigliere ha ritirato l’emendamento soddisfatto. “E’ importante studiare anche le micro particelle – ha commentato Vantin – e avere un nostro controllo diretto senza più dover passare per Bassano”.

Il secondo emendamento presentato dal Movimento 5 Stelle scledense riguarda le analisi ambientali da effettuare entro la fine del 2016. 25mila euro è la somma che il capogruppo pentastellato ha chiesto all’amministrazione di ‘impegnare’, per valutare lo stato di salute dell’ambiente, soprattutto alla luce dei recenti allarmi smog. Un richiesta ‘irrisoria’ in un bilancio da milioni di euro secondo Vantin, ma un investimento che il comune non intende fare di tasca sua, puntando piuttosto alla responsabilità di Ava e di tutti i comuni soci. “Il problema non è se fare o non fare le analisi ambientali – ha spiegato Anna Donà – Siamo tutti d’accordo sul fatto che devono essere fatte e che ci sono dei tempi da rispettare. Come amministrazione riteniamo giusto che il costo sia sostenuto da Ava e condiviso con gli altri comuni. Già nel momento della ripartizione delle quote, potrebbe essere trattenuta una cifra da destinare alle analisi ambientali. In passato Schio otteneva annualmente 430mila euro come indennizzo per avere in casa l’inceneritore e ora questo non succede più. In ogni caso – ha concluso – ci rendiamo conto che, se i tempi dovessero prolungarsi, anticiperemo noi i soldi prendendoli dagli introiti del Bim (Bacino Imbrifero Montano)”.

A.B.

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