Quando alla razionalità subentra l’emotività è difficile poter dialogare o anche solo mettere a confronto idee e posizioni contrapposte; se, poi, alla stessa emotività subentra una comunicazione “ideologizzata”, allora dialogare e confrontarsi diventa impossibile.

Questo è ciò che è accaduto in tema di “tempio crematorio sì, tempio crematorio no”.

Per essere concreto, parto dalla petizione del fronte del “no”, con la quale i proponenti chiedevano un incontro/dibattito informativo “pacato e plurale” sul tema. Peccato che la stessa petizione, tra le altre considerazioni, concludeva dicendo “Vogliamo vivere nel posto dove siamo nati e cresciuti senza paura di morire (però con lo sconto per la cremazione)”, il che la diceva lunga sul vero clima che si voleva creare.

Quando poi ho spiegato ai proponenti, e motivato loro, perché ritenevo che l’Assemblea del Consiglio Comunale fosse il luogo più idoneo per confrontarsi e dibattere sull’argomento, per tutta risposta il fronte del “no” ha deciso di indire una sua riunione alla quale, invitato, ho partecipato civilmente e solo per ascoltare e meglio informarmi sulle ragioni del “no”.

In questo incontro, credo nessuno possa smentirmi, la comunicazione e l’informazione sul tema sono state tutte assolutamente incanalate in un’unica negativa direzione, con affermazioni anche molto forti e pesanti e, spesso, fuorvianti.

Per fare due esempi, che anche il volantino/invito riportava, si è parlato dell’incidenza dei tumori nella popolazione a Brescia (ma a Brescia non c’è alcun impianto di cremazione) oppure il tasso di morte per ictus cerebrale e infarto tra gli abitanti di Schio, altro luogo dove non esiste alcun tempio crematorio.

Sempre sul volantino/invito si è arrivati a scrivere che “nel nostro Comune non c’è famiglia in cui uno o più membri non siano stati colpiti dal cancro”. Tutto ciò, se ci pensate bene, è terrificante, oltre che falso.

Se ciò fosse vero, infatti, poiché a Thiene ci sono circa 10mila famiglie, dovremmo avere tra i 12mila e i 15mila malati di tumori. A Thiene ci sono, e questo è un dato reale, circa 1.300 casi di cancro (che però non c’entrano comunque con il tempio crematorio che non c’è), ma siamo comunque ben lungi, per fortuna, dai numeri farneticanti indirettamente indotti nel volantino.

Si è poi parlato del pericolo concreto rappresentato dai numerosi inquinanti che sarebbero emessi in gran quantità dall’impianto di cremazione.

Ma, per fare alcuni esempi, riguardo alle polveri sottili, di cui si è tanto parlato, perché non è stato detto che l’impianto di cremazione di cui trattasi emette meno di 1/20 delle polveri che emette una sola stufa a pellet? e quante ce ne sono a Thiene?

Per non parlare dei caminetti, delle stufe a legna e dei forni a legna che hanno emissioni ancora superiori alle stufe a pellet.

Quanto poi alla diossina, non è stato detto in quella serata che questo impianto non produce diossina proprio per il tipo di combustione controllata e con trattamento in post combustore ad elevata temperatura, sopra gli 850 gradi, seguita da un rapido raffreddamento, inserimento di polveri assorbenti di carbone attivo e di carbonato di calcio, abbattute con filtrazione finale con filtro a maniche.

Ho voluto portare questi esempi per dire che sono stato molto amareggiato da come si sono svolti i fatti e da come è stato ideologizzato e strumentalizzato l’argomento e da come è stata gestita l’informazione e la comunicazione ai cittadini da parte del fronte del “no”.

Fatte queste considerazioni che ritenevo doverose, a questo punto del mio ragionamento devo aggiungere che, all’interno delle provocazioni che sono state avanzate dal fronte del “no”, alcune andavano da parte mia correttamente approfondite, perché come Sindaco ho il dovere di ascoltare tutti i miei concittadini e anche le loro critiche.

Ed è quello che ho fatto in questi venti giorni successivi all’incontro del 25 maggio scorso, valutando e ponderando gli eventuali punti critici dell’intera questione, non tanto in merito alla qualità dell’impianto in sé, che reputo un impianto eccellente, quanto piuttosto dal punto di vista del contesto ambientale in cui verrebbe costruito il tempio crematorio. E qui è doveroso fare due precisazioni.

La prima è che, facendo degli approfondimenti sull’argomento, ho dovuto constatare che la Regione Veneto, diversamente da altre regioni, come ad esempio la Lombardia, non ha mai legiferato in materia, pur avendone la facoltà.

Per essere più espliciti, diversamente dal Veneto, la Lombardia ha stabilito che questi impianti debbano sorgere ad una distanza di almeno 500 metri dai cosiddetti siti sensibili, come nella fattispecie, le scuole.

E noi, obiettivamente, se anche il Veneto si fosse dotato di una simile normativa, saremmo in difetto per quanto riguarda la distanza dalla Scuola dell’Infanzia dei Cappuccini e siamo solo di poco sopra la soglia dei 500 metri per quanto riguarda l’Asilo Nido “Aquilone” e le scuole medie “Bassani”.

Su questi punti ho riflettuto molto in questi giorni in quanto al di là dell’impianto in sé, che, ripeto, reputo eccellente, se fossimo in Lombardia il sito del nostro cimitero non sarebbe adatto, mentre per la Regione Veneto lo è.

A questa considerazione se ne è aggiunta una seconda e cioè il fatto che, effettivamente, non esiste per il nostro territorio uno studio, o meglio, come si dice in termini tecnici, un “monitoraggio della caratterizzazione del luogo”.

In altre parole, non c’è mai stato da parte della Regione Veneto l’affidamento dell’incarico per uno studio che ci dica qual è la qualità dell’aria che respiriamo a Thiene e quindi non è possibile, ad oggi, capire da che situazione si parte e che impatto potrà avere la realizzazione dell’impianto sulla salute.

Per questo motivo, e per fornire alla Città di Thiene un ulteriore strumento di monitoraggio ambientale utile soprattutto in particolari momenti dell’anno (inverno con basse precipitazioni), mi adopererò quanto prima, in collaborazione con gli enti preposti, e se sarà necessario anche solo come Amministrazione Comunale, ad attivare un “piano di caratterizzazione ambientale”.

Questo piano intende acquisire una più approfondita valutazione della qualità dell’aria a tutela della salute dei miei cittadini utile ad approfondire ed eventualmente a rivedere le valutazioni di interesse pubblico circa la realizzazione dell’impianto.

Per tutte queste considerazioni, e in particolare tenendo conto della relativa vicinanza di alcuni siti sensibili al futuro impianto e la totale assenza di uno studio sulla caratterizzazione del luogo, ho ritenuto che sia saggio e prudente fermarsi e non proseguire con i successivi passaggi amministrativi che renderebbero il procedimento definitivamente operativo.

Ad oggi infatti il Comune di Thiene ha la facoltà di sospendere o interrompere definitivamente la procedura fin qui esperita, posto che la stessa non risulta ancora pervenuta alla fase di indizione della gara finalizzata all’assegnazione della concessione.

Questo è quanto ho deciso, al di là e al di sopra delle informazioni fuorvianti che hanno, queste sì, “contaminato ed inquinato” la comunicazione che è stata data ai cittadini dal “Comitato del NO”!

Nota del direttore

Se i thienesi non vogliono il tempio crematorio è giusto fermarsi e riflettere perchè in assenza di informazioni certe su quello che potrebbe causare una struttura del genere, è opportuno rallentare, fare un passo indietro ed agire con il buon senso. Ma fermiamoci e ragioniamo davvero su questa vicenda, che ha fatto emergere qualcosa di cui non si dovrebbe andare fieri.

Prima di divulgare dati occorre stare molto attenti. Chi fa informazione non può farlo sulla base del ‘sentito dire’. Deve documentarsi, portare statistiche e dati certi. In queste settimane, soprattutto per colpa dei social network, si è registrato uno sciacallaggio informativo che ha reso incandescenti gli animi. Non è così che ci si confronta, non sulla base di parole gettate al vento, che possono destabilizzare un’opinione pubblica che non sempre ha i mezzi per soffermarsi sugli argomenti, studiarli attentamente, capirli a fondo. E allora, per scatenare l’ira del popolo ci vuole davvero poco, ma non è facendo il lavaggio del cervello sulla base del nulla che si ottengono le cose. Procurare allarme sulla base di dati infondati è da incoscienti e forse qualcuno dovrebbe meditare, prima di diffondere certe bugie, soprattutto sull’impatto che esse provocano. Sono giorni che riceviamo lettere e messaggi da parte di lettori terrorizzati, convinti che la costruzione di un tempio crematorio significherà andare alla morte. Basta guardare facebook per  fotografare la paura che il tempio crematorio ha instillato tra le persone che prendono per oro colato quello che si dice. E paura è dire poco se si pensa a cittadini che hanno iniziato a scrivere freneticamente, a scongiurare il vicino di aderire alla raccolta firme per salvarsi la vita. Bene i comitati, bene i ‘no’ quando hanno giuste finalità e non stiamo affatto entrando nel merito del tempio per la cremazione. Bene tutti gli strumenti della democrazia popolare, ma tutto ha un limite e non si gioca con la mente di chi facilmente si lascia condizionare, sprofondando nello sconforto e nel terrore che sta per arrivare qualcosa in città che lo condannerà ad una morte sicura.

Non ci sono dati certi, è verissimo, sull’impatto ambientale di un servizio del genere, ma tra questo e far credere all’opionione pubblica che l’amministrazione comunale sta progettando la morte dei thienesi ce ne passa e forse sarebbe opportuno cominciare ad usare le famose vie di mezzo, che fanno fare più strada.

Tra poco inizierà la campagna elettorale per le Amministrative 2017. Ci auguriamo che i toni e le modalità con cui è stata gestita la sacrosanta battaglia per il no-tempio crematorio, siano ben diverse da quelle appena viste.

Natalia Bandiera

 

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