Manca una settimana al voto: AltoVicentinOnline ha intervistato alcuni lettori rappresentativi di diverse professioni, che liberamente hanno espresso un loro pensiero in vista della tornata elettorale del 25 settembre prossimo: per una volta il focus non è cosa voteranno, ma quali considerazioni hanno maturato o matureranno per giungere ad una conclusione che sfocerà poi nella fatidica croce su uno dei simboli presenti nella scheda elettorale. La parola ai cittadini quindi, chiamati ancora una volta a dare un governo al Paese in un contesto nazionale ed internazionale altamente ‘provato’ e complicato. Sullo sfondo un autunno e soprattutto un inverno foriero di decisioni pesanti. Quali le aspettative, le speranze, le preoccupazioni e i dubbi degli elettori dell’alto Vicentino?

Giuseppe Marra, avvocato. Le elezioni del 25 settembre presentano ancora una volta i segretari di partito e i loro candidati intenti a far passare il concetto che in politica valga tutto e il contrario di tutto. Da ovunque provengano le proposte e le soluzioni ai problemi del Paese, viene da chiedersi se i players della politica italiana abbiano realmente capito quanto profondo sia il distacco del cittadino verso di loro: ciò dovuto forse ad un disinteresse intriso dalle occupazioni della vita quotidiana o se piuttosto la fonte alla quale attinga il partito dell’astensione sia sempre più profonda perché scavata e alimentata volontariamente dalla classe politica per poi vivere di una sorta di rendita. Se l’ampia fiducia dei cittadini nelle istituzioni si scontra nettamente con l’ampia sfiducia verso gli eletti di qualunque stato e grado, qualcosa dovrà pur significare e dire.

Porre questioni di priorità per il bene del Paese rispetto a questioni di parte o di territorio non è forse applicare il principio del buon padre di famiglia? Non sono state le stesse imprese con i loro più alti rappresentanti a chiedere lungimiranza nelle scelte e risposte concrete quanto all’instabilità? Ben poco resta all’elettore se non votare il meno peggio, come da tre decadi a questa parte. Quando a votare e decidere sono i mercati internazionali ben poco resta al cittadino se non prendere un caffè e aggirarsi tra i banchi dei mercati rionali per un selfie e un volantino, tanto quanto l’eletto che tra correre dal collegio e Roma dovrebbe, lui sì, decidersi a viaggiare più spesso verso e da Bruxelles, per un’Europa che deve essere riformata e che deve porsi ancor prima quale soggetto primus inter pares tra Occidente e Oriente. Berlusconi e Renzi sono già pronti, loro sì, a decidere delle sorti della legislatura e credono, loro sì, di porre la rinascita di un centro, scegliendo di porsi quale vero terzo polo che richiamerà e ricompatterà la diaspora centrista, con i suoi soggetti vecchi e nuovi, una legislatura che si prospetta breve se chi otterrà fiumi di consenso non farà i conti con loro, e che senza una struttura forte ed esponenti capaci e lungimiranti non potrà tradurre in fatti le parole espresse già come certezze.

Daniel Zordan, impiegata e agente contabile. In vista delle elezioni mi aspetto finalmente un vero e proprio cambio di passo, un cambio di strategia: la gente comune ha bisogno di ritrovare fiducia in un governo finalmente eletto dal popolo. Da donna e mamma spero fortemente che il prossimo Presidente del Consiglio sia donna e che le tematiche relative a progetti e proposte che riguardano la famiglia, l’assistenza sociale e il lavoro vengano messe tra i primi posti dell’agenda di governo. Mi auguro veramente che le imprese in difficoltà possano ritrovare ossigeno e un appoggio serio e concreto tramite leggi ad hoc per rafforzarsi loro stesse e di conseguenza far ripartire stabilmente l’economia, dando slancio al potere di acquisto ai cittadini che sono poi il vero motore della società. Ci vuole coraggio, ma credo che un governo forte con una donna forte al comando, lo possa fare: sarà veramente la prova concreta che era quello che ci voleva per il nostro Paese.

Nicola Gelain, operatore macchine utensili, settore meccanico. E’ una campagna elettorale da voltastomaco, piena di insulti da e verso ogni formazione politica, con alcune perle imperdibili: ‘Qui non passeranno, faremo loro sputare sangue’ ha detto il governatore pugliese in quota Pd Emiliano. E a dirla tutta, anziché un confronto sui programmi, il solito ritornello riguardo il fascismo. Basta! Sono passati 80 anni!
Le mie aspettative sono molto limitate. Italia è nella sfera atlantica, dipende in toto dalle strategie e dalle politiche strategiche e militari degli Usa. Riguardo la parte economica, siamo legati a doppio filo a Bruxelles, in particolare dopo l’accordo sul Pnrr: pagheremo duro tributo, crisi energetica e nessun governo italiano potrà modificare trattati accordi né scelte di campo. Né tantomeno modificare i contratti sulle forniture di gas. Non potrà interrompere l’invio di aiuti e di armamenti all’Ucraina: non potrà rinunciare ai miliardi europei e qualunque politico dica il contrario, lo fa solo a scopo elettorale, tipo Salvini, ad esempio.
Diciamo che un nuovo governo da ‘tutti dentro’, tipo quello di Monti o di Draghi sarebbe fortemente inviso alla popolazione. Tutti colpevoli , nessun colpevole. Avere una maggioranza che esce dalle urne, che si prende le proprie responsabilità, insulti compresi, è preferibile. Purché si abbia una legislatura che giunga al termine, cosa di cui dubito fortemente, vista la cervellotica legge elettorale attuale, che sembra fatta apposta perché nessuno sia in grado di governare o di portare almeno parzialmente avanti un programma. Voce alle urne e al popolo, come si usa in una democrazia propriamente detta. Se Giorgia Meloni fosse il primo Presidente del Consiglio Italiano, sarebbe un fatto storico anche se il linguaggio di genere lascia il tempo che trova, a mio avviso e donne che hanno o stanno dimostrando grandi capacità ce ne sono moltissime, senza bisogno di questo. Altre sono le priorità, al momento, e tutte più o meno gravi: curioso però che proprio chi ha sempre fatto delle quote rosa un proprio cavallo di battaglia, oggi osteggi e insulti una donna potenziale premier, soltanto perché di uno schieramento opposto.
Manuela Rigon, imprenditrice settore tessile. Quando sento dire che tutti hanno governato e tutti hanno in una buona misura deluso le aspettative, non posso che trovarmi d’accordo: anche il partito che penso di votare, avrebbe potuto fare di più per rinnovarsi e dimostrare più attenzione al mondo del lavoro e alla condizione delle persone. Io però ragiono coi numeri, ogni giorno: prima della crisi di governo che ci riporta ora alle urne, tanti indicatori segnalavano una ripresa importante pur in un contesto incredibile. Escludo a priori di potermi quindi fidare dei partiti che per il gusto di pensare al proprio tornaconto, hanno mandato Draghi gambe all’aria: per me possono trovare mille giustificazioni, ma sappiamo che tra queste di sicuro non c’è l’interesse dei cittadini. Tra gli altri vedo candidati più interessati a discorsi geopolitici o temi che, peggio ancora, la politica dovrebbe proprio tralasciare in quanto sfera privata: io non ho bisogno che mi si dica chi posso amare e con chi posso o non posso costruirmi una famiglia, la mia famiglia, io voglio qualcuno che mi dica come sbarcare il lunario e pagare i miei dipendenti regolarmente ogni mese. E poi basta coi partitini causa di crisi di governo, quelli pronti a schierarsi di qua o di là secondo convenienze e vivi perchè sorretti da leader autoreferenziali: sotto una certa soglia non dovrebbero nemmeno esserci! E basta anche col dibattito sul fatto che ‘finalmente ci vuole una donna’. No. Finalmente ci vuole uno che sa il fatto suo: nella selezione del personale mica cerco per genere: io cerco per competenza!
di Redazione AltoVicentinOnline
Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia