AGI – Un mese di tempo. Ma c’è anche chi nella maggioranza parla della possibilità di arrivare fino a fine agosto. È il ‘timing’, più lungo di quanto atteso, che si sarebbe dato il centrodestra per raggiungere l’intesa sul candidato alla presidenza della Regione Veneto, il dossier più complicato in vista delle prossime regionali.
“Non è il caso, Zoppas sta lavorando molto bene all’Ice”, rispondono ai piani alti di via della Scrofa. “Non è il profilo adatto”, commentano da via Bellerio, “non ha l’appeal per reggere nell’agone politico”.
Un nome politico è invece atteso più avanti, quando si saranno calmate un po’ le acque nella maggioranza. E soprattutto quando si sarà trovato un’intesa per il futuro del governatore uscente, che ha comunque nel tempo mantenuto i buonissimi rapporti avviati con Giorgia Meloni ai tempi della Seconda Repubblica.
Malgrado la delusione sul fallimento della trattativa sul terzo mandato, Zaia non avrebbe alcuna intenzione di andare ‘contro’ Meloni e Salvini. Anzi, il ‘doge’ avrebbe confermato, anche di recente, la disponibilità a candidarsi simbolicamente alla guida della lista della Liga veneta, per ‘spingere’ i consensi del partito. E non sarebbe a questo punto contrario all’ipotesi di una candidatura del 32enne segretario della Liga, Alberto Stefani. Una scelta che appoggerebbe quindi con impegno, mentre è escluso che possa sostenere l’autocandidatura dell’assessore Roberto Marcato (che non appoggio’ neanche al congresso regionale, che portò alla vittoria di Stefani, nel giugno 2023).
Ma se la Lega non trovasse la quadra sulla candidatura di Stefani, non è escluso che entro fine mese possa muoversi FdI e spingere la candidatura di un suo componente (il nome più ricorrente è quello di Raffaele Speranzon). C’è naturalmente ottimismo sulla possibilità che il centrodestra vinca le elezioni, ma allo stesso tempo c’è il timore tra i leghisti in Regione che il partito possa non raggiungere i risultati del passato e che poi possa avere ripercussioni più avanti con le politiche. Il partito si spenderà per portare a casa una propria candidatura di riferimento, il convincimento è che si troverà un compromesso, anche perché Salvini ha fatto sapere di non voler in alcun modo mettere a repentaglio la tenuta dell’esecutivo. In caso di candidatura leghista, l’obiettivo della Liga in Veneto sarebbe comunque quello di costituire una lista a sostegno del presidente in ogni caso.
Per quanto riguarda il futuro di Zaia, le possibilità sono diverse, cosi’ come le garanzie di ‘attenzione’ al dossier che sarebbero arrivate anche da Palazzo Chigi. Ma l’ipotesi di un suo eventuale ingresso nella compagine di governo sarebbe al momento esclusa. Si tratterebbe quindi di trovare un incarico di “alto profilo” fino al 2027, quando, con il rinnovo della legislatura, potrebbero aprirsi possibilità di incarichi di governo o addirittura istituzionali. Si parla di ruoli nelle partecipate con consigli di amministrazione in scadenza o comunque di incarichi di respiro internazionale, ma non è stato ancora definito alcunché.
Nel frattempo, la maggioranza attende segnali dal centrosinistra per definire i candidati nelle altre Regioni. Si parla sempre più insistentemente di una probabile corsa del sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi in Toscana, del viceministro meloniano Edmondo Cirielli in Campania e del deputato forzista Mauro D’Attis in Puglia. Ma la coalizione vuole attendere i candidati avversari prima di sciogliere qualsiasi riserva. Anche perché non c’è fretta visto che sembra ormai scontato non vi sarà l’election day, con le Regioni che andranno al voto un po’ in ordine sparso: prima le Marche a settembre, poi la Toscana il 12 o il 19 ottobre, e a seguire le restanti, forse il 23 novembre.
